Arriva il Voluntary Disclosure: regolarizzazione dei capitali esteri accertabili fino al 2021


Su ItaliaOggi un importante notizia: più vicina la regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero in violazione delle disposizioni tributarie per gli anni ancora accertabili e fino al 2021, in buona sostanza, arriva la voluntary disclosure per gli anni di imposta ancora accertabili, al momento, dal 2016 al 2021. La riapertura della regolarizzazione dei capitali nelle bozza della manovra in corso di ultimazione sarà al momento limitata solo ai capitali all’estero e non anche al contante o alle cripto valute. La disposizione dunque sarà abbinata, in un certo senso, alla misura legata all’innalzamento della soglia del contante a 5000 euro dal primo gennaio 2023. La disposizione sul contante originariamente era stata inserita nel decreto legge aiuti 4 ma nelle ultime bozze revisionate la misura è scomparsa. Ieri il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha confermato che la disposizione è stata espunta dal decreto legge perché non sussistevano i requisiti di necessità e urgenza caratteristici dei decreti legge, di conseguenza la norma sarà presente nell’articolato della legge di bilancio che il consiglio dei ministri si appresta a esaminare il prossimo lunedì 21 novembre. Una altra norma, inserita last minute, nel decreto legge aiuti 4 è quella sugli autotrasportatori. La disposizione doveva essere approvata come emendamento al decreto legge aiuti 3 ma poi è stata ritirata e inserita ora nel decreto legge in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La disposizione destina risorse per il sostegno del settore dei servizi di trasporto di persone su strada specificando i beneficiari delle risorse nelle persone fisiche iscritte nell’albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi.

Voluntary disclosure. La prima e più consistente edizione di voluntary disclosure fu lanciata nel 2015 La voluntary consentì di far emergere circa 60 mld di capitali irregolari e di far rientrare in gettito aggiuntivo per i versamenti effettuati quasi cinque miliardi. Da considerare che quei capitali emersi sono diventati base imponibile a tutti gli effetti anche per gli anni futuri. La voluntary disclosure del 2015 rispose a regole internazionali adottate in sede Ocse. Il rimpatrio dei capitali tecnicamente non si puo’ definire un condono in quanto non si incide sulle imposte che si pagavano per intero e si aveva un significativo sconto su sanzioni e interessi. Lo schema sarà ripetuto nel nuovo disegno di legge di bilancio per il 2023.

Sempre le linee guida Ocse non impediscono di prevedere misure di rientro capitali di carattere permanente e strutturale. Il motivo è da ricerca nel patto della volontaria collaborazione tra contribuente e amministrazione finanziaria, a fronte dei versamenti si chiarisce anche la provenienza e si ricostruisce la formazione del capitale costituito all’estero che non deve essere frutto di reati.

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