Sullo sfondo della inspiegabile e deprecabile crisi di Governo, ci sono due allarmi lanciati dall’agenzia delle Entrate e dall’Inps, messi in evidenza su ItaliaOggi. Una montagna di debiti fiscali, oltre mille miliardi da riscuotere, pari al 60% del prodotto interno lordo. Mario Draghi, presidente del consiglio, nelle comunicazioni al Parlamento di ieri, atto della crisi di governo in corso, riporta in primo piano il leit motiv del magazzino delle cartelle esattoriali fuori controllo. Lo fa nel passaggio dedicato alla riforma fiscale che proprio in queste settimane dovrà ricevere l’ultima ratifica dal Senato dando il via alla fase 2, quella della scrittura dei decreti attuativi. «L’autunno scorso», ricorda Draghi, «il Governo ha dato il via al disegno di legge delega per la revisione del fisco. Siamo consapevoli che in Italia il fisco è complesso e spesso iniquo. Per questo non abbiamo mai aumentato le tasse sui cittadini. Tuttavia per questo occorre procedere con uno sforzo di trasparenza. Intendiamo ridurre le aliquote Irpef a partire dai redditi medio-bassi; superare l’Irap; razionalizzare l’Iva. I primi passi sono stati compiuti con l’ultima legge di bilancio, che ha avviato la revisione dell’Irpef e la riforma del sistema della riscossione». A questo punto il presidente del consiglio evidenzia che: «In Italia l’Agenzia delle Entrate-Riscossione conta 1.100 miliardi di euro di crediti residui, pari a oltre il 60% del prodotto interno lordo nazionale, una cifra impressionante. Dobbiamo quindi approvare al più presto la riforma fiscale, che include il completamento della riforma della riscossione, e varare subito dopo i decreti attuativi».
E sul versante Inps cresce il volume di contributi non versati dal 2020 ad oggi, pari ad un +540%, segnale più che palese di una grave crisi che colpisce cittadini e imprese.