Riforma giustizia tributaria: il Giudice tributario diventerà una professione a tempo pieno


Su ItaliaOggi un importante sottolineatura sulla riforma della giustizia tributaria. Prende forma il giudice professionale a tempo pieno nominato per concorso. Allo studio anche il giudice monocratico per cause al di sotto di un certo importo. E in preparazione una fase transitoria con l’obiettivo di accompagnare i giudici attualmente in organico al completamento della loro carriera. In prospettiva uno sguardo ai carichi di lavori delle commissioni tributarie provinciali, che con il massiccio impiego del processo telematico potrebbero in un futuro essere ridisegnate. Sono queste alcune indicazioni che arrivano sui lavori di scrittura del provvedimento di riforma di giustizia tributaria da parte della commissione tecnica insediata al ministero dell’economia e che dovrà concludere i suoi lavori entro il 15 aprile, emersi ieri durante MF Italian legal week, tre giorni di eventi dedicati al «Diritto al cambiamento». Per Andrea Giovanardi docente universitario di diritto tributario e membro della commissione tecnica« i lavori della commissione sono appena iniziati e abbiamo il compito di consegnare le norme entro il 15 aprile, si va come detto anche dal ministro Franco in Parlamento verso la professionalizzazione del giudice tributario. Si dovrà però», ha evidenziato Giovanardi, «valorizzare le figure professionali esistenti dei giudici tributari in una fase transitoria allo studio ». Per Giovanardi si arriva a un risultato storico ed è il momento anche di valutare la figura del giudice unico per velocizzare i processi e gestire le cause al di sotto di una certa cifra. Sulla qualità dei ricorsi ha fornito un focus Fiorenzo Sirianni, direttore della giustizia tributaria del dipartimento delle finanze,« idati ultimi in corso di pubblicazione evidenziano un numero di nuovi ricorsi pari a 120 mila, 193 mila le sentenze e 270 mila le pendenze. Ricordo che nel 1996 dopo la riforma si avevano 2.800.000 pendenze e oggi si è scesi sotto la soglia dei 300.000 a cui si era ancora nel 2019 con 375 mila giudizi pendenti». Sirianni pone l’accento anche sul fatto che oltre la metà dei ricorsi sono per importi bassi al di sotto dei 3 mila euro: «solo lì1-2% sono causa per un importo superiore al milione di euro e da sole fanno il 70-75% del valore totale del contenzioso in essere». Un altro aspetto quantomeno singolare che emerge dai dati del dipartimento di giustizia tributaria è che a livello nazionale sono 7- 8 province (prevalentemente del Sud Italia) a concentrare il maggior numero di ricorsi e pendenze, oltre il 50%, con il fisco davanti alle commissioni tributarie provinciali. Giacinto Della Cananea, già presidente della commissione di riforma che ha consegnato a giugno un lavoro sulle cui basi si sta tracciando l’articolato normativo a ricordato i tempi stretti in cui bisognerà muoversi: « gli aspetti legati alla giustizia tributaria sono stati inseriti nel Pnrr e si è dato come tempo per attuarla fine 2022, ci sono tempi molto stretti per le riforme».

Previous Webinar del Mercoledì 9 marzo 2022
Next L'INRL, con Ancrel-Veneto, Cgia e Confassociazioni lancia la formazione per i revisori degli enti locali focalizzata sul PNRR