Sulla base di quanto riportato dal Governo, le risorse per investimenti assegnate a Comuni e a Città metropolitane inserite nel Piano di Ripresa e Resilienza, ammontano a circa 50 miliardi e sono inserite nei programmi relativi a Infrastrutture digitali, interoperabilità per cambiare l’architettura e le modalità di interconnessione tra le basi dati delle amministrazioni, Interventi per la digitalizzazione del patrimonio culturale oltre alla rimozione delle barriere fisiche e cognitive di musei e biblioteche; al miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei e azioni volte ad aumentare l’attrattività dei borghi e la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale. Sono previsti programmi per valorizzare parchi e giardini storici e per la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti. Investimenti indirizzati alla realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile in piccoli centri. Lo sviluppo del trasporto con la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Infrastrutture di ricarica elettrica: 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani. Rinnovo flotte bus, treni verdi: è previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a bassa emissione. Sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica. Lavori di messa in sicurezza del territorio e tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano: azioni rivolte principalmente alle 14 città metropolitane, ormai sempre più esposte a problemi legati all’inquinamento atmosferico, all’impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, con evidenti effetti negativi sul benessere e sulla salute dei cittadini. La misura include lo sviluppo di boschi urbani e periurbani, piantando almeno 6,6 milioni di alberi. Un piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia per 4,6 miliardi. La misura consentirà la creazione di circa 228.000 posti. Un piano di estensione del tempo pieno e mense: costruire o ristrutturare spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026. Infrastrutture per lo sport a scuola, a cominciare dalle scuole primarie. Messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica. Prevenzione dell”istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti e altri intervento per il sostegno delle disabilità. Queste, in sintesi, le principali misure previste per gli enti locali nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2021/2026 che, come annunciato, sono in linea con il progetto europeo del “new green deal” di cui fa parte il piano di ripresa economica dell’Europa intitolato “Next Generation EU” noto anche come “Recovery Fund o Recovery Plan”, fondo del valore complessivo di 750 miliardi di euro approvato nel luglio del 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia da COVID-19. Spetterà ai revisori degli enti locali un arduo compito nella verifica della corretta allocazione delle risorse che perverranno, quali anticipazioni da parte dello Stato, e nella verifica della congruità e coerenza delle spese impegnate sulla base dei progetti che verranno approvati. Rilevanti e connesse all’attuazione del PNRR sono le modifiche al D.L. 31 maggio 2021, n. 77 apportate in sede di conversione in legge. Da segnalare, in particolare, la proroga di norme contenute nelle modifiche al decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 (convertito in legge n. 120/2020) sulla semplificazione in materia di contratti pubblici. Oltre a queste, all’art. 2 della legge 7 agosto 1990 n. 241, si prevede che il responsabile del potere sostitutivo, individuato dall’organo di governo dell’amministrazione, può essere un soggetto o anche un’unità organizzativa cui attribuire detto potere in caso di inerzia sull’attuazione dei programmi.