In merito alla presa di posizione dei dottori commercialisti che in audizione alle Commissioni Finanze, Tesoro e Lavoro del Senato hanno chiesto l’eliminazione dell’estensione del visto di conformità ai revisori legali, il Presidente dell’INRL, Istituto Nazionale Revisori Legali, anch’egli intervenuto nelle audizioni, ha ribadito che “Il visto di conformità è un diritto del revisore legale. Di fatto, già oggi, il revisore legale che firma la dichiarazione della società sottoposta a revisione legale, appone il visto di conformità, in quanto la firma del revisore sostituisce lo visto di conformità. Non vogliamo certo sostituirci ai dottori commercialisti riguardo le loro esclusive, ma abbiamo tutte le competenze necessarie per compiere le verifiche richieste per l’apposizione del visto di conformità, proprio in virtù di quanto il revisore legale è chiamato a svolgere nell’esercizio delle proprie funzioni. Inoltre, è opportuno sottolineare, che, per l’esercizio della professione di revisore legale, è necessario avere specifici titoli di studio, 36 mesi di tirocinio e il superamento di un esame di Stato. Riguardo poi al controllo della nostra attività professionale – aggiunge Monetta – è bene ricordare che il Registro dei Revisori Legali è tenuto presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze che rappresenta per legge il dicastero preposto alla vigilanza dei revisori legali. La formazione professionale continua dei revisori legali è sottoposta al diretto controllo del Ministero e non, come avviene per altre professioni, al solo controllo degli ordini. Per concludere, il revisore legale, nello svolgimento della propria attività fa riferimento alle norme deontologiche dettate dal Mef. Tra l’altro, tale codice deontologico, è frutto del lavoro della commissione interna allo stesso Mef, formata dal CNDCEC, INRL e ASSIREVI”
Il Presidente dell’INRL, infine, si rammarica di questa presa di posizione dei dottori commercialisti “Proprio nel momento in cui stiamo lavorando per portare a compimento il progetto per la creazione di un organismo unitario delle professioni contabili per consolidare una maggiore collaborazione oltre, alla condivisione di tutti i problemi che affliggono le tre categorie, non mi sarei aspettato un tale atteggiamento, tra l’altro in palese contraddizione, in quanto il CNDCEC ben conosce (ma non vuole riconoscere) le competenze dei revisori legali che, per i controlli da effettuare in fase di revisione legale, non possono non avere specifiche competenze in materia fiscale e tributaria.”