L’equo compenso per i professionisti, approvato due giorni fa alla Camera, non convince. Il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella parla di un’occasione mancata. Tranchant anche il commento del Colap, il coordinamento delle libere associazioni professionali, che parla di un equo compenso sbagliato, frutto di una cattiva politica.
Confprofessioni stigmatizza in particolare due aspetti: l’applicazione limitata della norma, e il sistema sanzionatorio. In merito al primo aspetto l’equo compenso va applicato ai soli rapporti convenzionali, restano esclusi quindi i rapporti professionali individuali, relativi cioè alle singole prestazioni, che rappresentano la maggior parte degli incarichi con la Pa.
Sul fronte sanzioni sono due gli aspetti critici secondo Stella: a essere sanzionati sono i professionisti, che se iscritti a un Ordine commettono anche un illecito disciplinare; inoltre l’Ordine ha il potere di adire l’autorità giudiziaria anche senza il consenso del diretto interessato, un’assurdità secondo Confprofessioni.
Per il Colap nel testo molti punti sono confusi e ambigui: sembra un sistema disegnato sulle professioni ordinistiche e serve più chiarezza sulla questione parametri e la definizione degli stessi per i professionisti associativi. Anche secondo il Colap il perimetro di applicazione è troppo ristretto perché è incompleto il coinvolgimento della Pa, visto che dalla norma sono escluse le partecipate e gli agenti di riscossione.
Mentre Confprofessioni auspica che nel passaggio in Senato il testo venga migliorato, la presidente del Colap Emiliana Alessandrucci chiama in causa il ministro della Giustizia Orlando perché intervenga a sanare le problematiche