rottamazione quater, ecco le novità approvate alla Camera col salvagente per mezzo milione di contribuenti


Dal Sole24Ore.

La Camera ratifica con il voto finale di conversione sul Milleproroghe (165 voti a favore, 105 contrari e 3 astenuti) la ciambella di salvataggio lanciata a circa mezzo milione di contribuenti che avevano aderito all’edizione quater della sanatoria per le vecchie cartelle ma che poi non hanno versato una o più rate. In gergo tecnico, si chiamano «decaduti» e il mancato o insufficiente pagamento delle scadenze della definizione agevolata (agevolata perché non sono dovuti sanzioni, interessi e aggi laddove previsti) doveva essersi verificato entro il 31 dicembre 2024. Con il paradosso – uno dei tanti del nostro sistema fiscale – che chi ha sempre rispettato tutte le scadenze della sanatoria finora e dovesse saltare la rata di fine mese che slitta al 5 marzo (per i cinque giorni di tolleranza sempre concessi) non avrà, invece, nessuna possibilità di rientro e si troverà nei girone dei “dannati” perché costretto a ripagare tutto il debito residuo “zavorrato” di nuovo da sanzioni, interessi e aggio (si veda l’articolo in pagina 3).

Non è l’unico paradosso di questo Milleproroghe, che rischia di essere ricordato più per quello che sarebbe dovuto entrare che per quello che poi effettivamente è confluito al suo interno. A cominciare dalla clausola di salvaguardia per le auto aziendali. La messa a punto dell’emendamento con tanto di copertura “certificata” che avrebbe consentito di evitare la tassazione più pesante per le auto assegnate ai dipendenti nel 2025 ma ordinate nel 2024 era stata completata. Poi la modifica arrivata sui banchi della commissione al Senato non è stata votata. Così ora si dovrà attendere il veicolo normativo adatto su cui farla confluire, e il prossimo decreto bollette è tra i più papabili. Allo stesso tempo l’altra grande assente è la proroga per le adesioni all’edizione del 2025-2026 del concordato preventivo biennale (Cpb) per le partite Iva. Inizialmente contenuto proprio nell’emendamento dei relatori al Senato sul ripescaggio dei decaduti della rottamazione, il differimento della scadenza dall’attuale 31 luglio al 30 settembre è stata stralciata dalla riformulazione del testo poi votato dopo le proteste sollevate dalle opposizioni. Anche in questo caso, però, non si tratta affatto di una prospettiva tramontata, perché con il forte pressing dei professionisti (commercialisti in prima linea) e delle associazioni di categoria di commercianti e artigiani lo slittamento sembra destinato a “riapparire” in uno dei prossimi provvedimenti.

Intanto, però, il Fisco incassa alcune proroghe a suo favore. I modelli definitivi (dopo le bozze già diffuse) delle dichiarazioni dei redditi e Irap 2025 potranno essere pubblicati entro il 17 marzo (la scadenza ordinaria è il 28 febbraio). Sempre per il 2025 viene posticipato dal 15 al 30 aprile la data dello start da cui è possibile trasmettere le dichiarazioni Irpef, Ires e Irap. E lo stesso differimento dal 15 al 30 aprile viene previsto nel 2025 per la messa a disposizione del software degli Isa (le pagelle fiscali) e per il calcolo dell’importo dovuto per le nuove adesioni al concordato preventivo biennale.

Arriva poi l’estensione a tutto il 2025 del divieto di trasmissione al Sistema di interscambio (Sdi) delle Entrate dei dati delle fatture per spese mediche emesse nei confronti dei cittadini. I dati continueranno a essere trasmessi al Sistema tessera sanitaria (Sts).

Al via la procedura per il ripescaggio dei debitori con riichieste online entro fine aprile ed Importi recuperabili in 10 rate

Al via il ripescaggio dei debitori che hanno saltato una o più delle rate della rottamazione quater, scadute alla fine di dicembre 2024. Con l’approvazione definitiva della legge di conversione del Dl milleproroghe, in attesa di pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale», si consolida il quadro delle nuove scadenze per rientrare nella procedura della definizione agevolata degli affidamenti.

Il primo passo è la presentazione, entro la fine di aprile 2025, di un’istanza telematica sui modelli, che agenzia delle Entrate Riscossione (Ader) metterà a disposizione entro 20 giorni dall’entrata in vigore della modifica. La trasmissione dell’istanza sarà sufficiente, tra l’altro, a inibire qualsiasi nuova operazione dell’agente della riscossione, quali pignoramenti o iscrizioni ipotecarie, nonché a eliminare la condizione di morosità del debitore. 

La dichiarazione del debitore viene poi liquidata da Ader con una comunicazione da inviare entro il 30 giugno 2025, che contiene la ripartizione delle somme scadute nel numero di rate indicate nella dichiarazione stessa.

Previous Ampia eco al protocollo d'intesa dell'inrl con anaci sulla revisione condominiale
Next enti locali: tutti gli adempimenti dei revisori legali sul piano flussi di cassa