Dal Sole24Ore.
Un’altra giornata scandita da lunghe attese ha preceduto in commissione Bilancio l’arrivo dell’ultima tornata di riformulazioni governative agli emendamenti dei relatori alla manovra, ricche di novità per una serie di regole chiave e per la distribuzione pluriennale dei fondi per gli investimenti. Buona ultima, si è affacciata alla Sala del Mappamondo la versione finale della regola sui controllori del Mef nelle aziende e negli enti destinatari di contributi pubblici. Contestatissima soprattutto da Forza Italia, che fino all’ultimo ne ha chiesto lo stralcio, la formula definitiva attenua molto la portata dei nuovi controlli. Si cancella del tutto la previsione che revisori del Mef finiscano nei collegi sindacali o di controllo di chi riceve contributi pubblici, e ci si limita a chiedere agli organi di controllo già esistenti, quando il contributo è superiore a 100mila euro, di «accertare che l’utilizzo dei contributi sia avvenuto nel rispetto delle finalità per i quali i medesimi sono stati concessi». Questa verifica deve sfociare in una relazione annuale da inviare al Mef. La questione, in ogni caso, è stata al centro delle trattative nella maggioranza fino all’ultimo minuto, testimoniate dalla presenza di una “versione beta” della norma che alzava da 100mila a un milione di euro la soglia per attivare i controlli, e ne demandava a un successivo decreto le principali modalità di attuazione.