Commissione bilancio e revisori Mef negli enti locali: verso la soglia di 1 milione


Dal Sole24Ore.

Oggi l’esame della manovra entrerà nel vivo in commissione Bilancio alla Camera con i primi voti sugli emendamenti riformulati e su quelli dei relatori che saranno depositati in mattinata. Ma i temi più caldi saranno affrontati solo dai correttivi del governo attesi per domani. 

Le tensioni nella maggioranza sono continue sulla regola scritta al Mef che, nella sua versione originaria, imporrebbe la presenza di un controllore ministeriale nei collegi di revisione o sindacali di tutte le realtà che «ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato» per almeno 100mila euro. Contro questa previsione si è fin da subito scagliata Forza Italia, che con il vicepremier Antonio Tajani è arrivata ad evocare la Stasi (la famigerata polizia politica della Ddr) e che ancora in queste ore continua a premere per una sua abolizione totale. 

Il dibattito è in corso, e potrebbe sfociare in un doppio correttivo: un forte aumento della soglia che fa scattare i controlli, destinata a salire almeno a un milione di euro e una ridefinizione della platea con l’obiettivo di escludere le aziende private titolari di contributi sotto forma di incentivi fiscali. 

Perché nella definizione generalissima utilizzata dal testo originale rientrerebbero per esempio anche gli aiuti fiscali come Transizione 4.0 e 5.0 o il bonus Ricerca & Sviluppo, che però sono già soggetti a obblighi puntuali di rendicontazione, che potrebbero essere rafforzati, per poter essere utilizzati. Il mirino insomma dovrebbe puntare prima di tutto ai contributi monetari, a partire da quelli indirizzati a enti e realtà pubbliche. In ogni caso il compito di fissare in via definitiva la disciplina dovrà essere affidato al decreto attuativo che a questo punto risulterebbe cruciale per la riuscita della nuova regola di vigilanza.

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