Dal Sole24Ore.
Per i professionisti tecnici e i revisori si aprono nuove prospettive legate al piano Transizione 5.0. Come è già accaduto per il Superbonus questi esperti avranno un ruolo centrale nel piano da 6,3 miliardi di risorse del Pnrr. Spetta a loro garantire la prenotazione delle risorse progettando sistemi di risparmio energetico e rendicontare allo Stato le spese.
Il quadro normativo
Il piano Transizione 5.0, costola del Pnrr, prevede incentivi, sotto forma di crediti di imposta, per le aziende che, in estrema sintesi, investono in progetti di efficientamento energetico. Il livello minimo di risparmio richiesto per accedere ai bonus è del 3% rispetto ai consumi precedenti, ma il sistema funziona con delle premialità. Per cui a maggiori risparmi ottenuti (e certificati, appunto, dai tecnici) corrispondono percentuali più alte di credito di imposta (si vedano anche le schede a fianco). A essere incentivati sono sia gli investimenti che efficientano la produzione, sia quelli in impianti di energia rinnovabile. Gli investimenti vanno completati entro il 31 dicembre 2025. Questo è quanto prevede il decreto attuativo del Piano varato con il Dl 19/2024 che è in dirittura d’arrivo e atteso a breve in «Gazzetta» (si veda Il Sole 24 Ore del 4 luglio).
Il ruolo dei tecnici
Per accedere al credito di imposta sono obbligatorie due perizie asseverate: una, ex ante, che rispetto all’ammissibilità del progetto certifichi i risparmi energetici ottenibili e una, ex post, che attesti l’effettiva realizzazione degli investimenti in modo conforme a quanto previsto dalla certificazione ex ante. I soggetti abilitati sono diversi. Ci sono le Esco, ovvero le società già oggi impegnate nei controlli energetici nelle grandi aziende, certificate da organismo accreditato in base alla norma UNI CEI 11352. Secondo la banca dati di Accredia ne operano oggi 770. Sono abilitati anche i professionisti esperti nella gestione dell’energia (Ege), accreditati in base alla norma UNI CEI 11339. Sono gli specialisti delle diagnosi energetiche previste dal Dlgs 102/2014: in Accredia ne risultano 3.428. Sono invece un centinaio gli organismi di valutazione della conformità accreditati sulla base di diverse norme Uni sempre in tema di energia.
Il ruolo dei revisori
Uno spazio importante si apre anche per i revisori legali e, in particolare, per quelli iscritti nella sezione A dell’Albo, ovvero quelli in attività: secondo i dati del Mef sono 39.535 gli abilitati, contro i 79.735 della sezione B in cui finisce chi non ha incarichi da tre anni. I revisori dovranno certificare che le spese sono state effettivamente sostenute e la loro corrispondenza con la documentazione contabile predisposta dall’impresa.