Da ItaliaOggi.
Ai professionisti conviene fare squadra. Solo costituendo una società, infatti, possono accedere ai nuovi incentivi per l’autoimpiego (non lo possono fare singolarmente, avendo già la partita Iva): un voucher fino a 50mila euro per acquisto di beni strumentali più un contributo a fondo perduto d’importo fino al 70% delle spese entro i 200mila euro. Inoltre, non pagano un euro di tasse sull’apporto in società (cioè il proprio studio: attività, beni, clientela, etc.).
La ricetta è la combinazione delle novità dello schema di decreto legge con le norme urgenti sulle politiche di coesione e dello schema di dlgs con la revisione del regime impositivo dei redditi (riforma fiscale). Entrambi i provvedimenti sono stati approvati ieri dal consiglio dei ministri.
Insieme per avere gli incentivi all’autoimpiego
Con risorse pari a oltre 5 miliardi di euro a valere sul programma giovani, il c.d. dl Coesione introduce nuovi incentivi all’occupazione in attività di lavoro autonomo, di impresa e libero professionale, nonché per la creazione di occupazione stabile, con una specifica attenzione al Mezzogiorno.
Le agevolazioni interessano ogni tipo di attività (imprese e libere professioni, anche se con iscrizione a ordini o collegi) e forma (individuale o collettiva). Ciò vuol dire, ad esempio, che si possono chiedere anche per avviare un’attività di medico, di avvocato o di consulente del lavoro.
E sia in forma individuale, mediante l’apertura di partita Iva; sia collettiva costituendo una cooperativa o una società in accomandita semplice o in nome collettivo o a responsabilità limitata o una società tra professionisti (Stp). Il professionista già in attività, allora, non può chiedere gli incentivi in quanto ha già la partita Iva (idem in caso di imprese e di lavoratori autonomi). Può chiederli, però, se costituisce una società, a condizione di rispettare i requisiti soggettivi.