SRL, dai soci agli amministratori, le responsabilità nelle situazioni debitorie


Dal portale ‘Laleggepertutti.it’.

I soci non hanno la responsabilità per i debiti di una Società a Responsabilità Limitata (SRL) salvo nel momento della liquidazione della società. L’amministratore può essere tenuto a pagare i debiti della società solo in caso di cattiva gestione.

Le Società a Responsabilità Limitata (SRL) rappresentano una delle forme societarie più diffuse in Italia, grazie alla loro flessibilità e alla limitazione della responsabilità dei soci. Esse sono caratterizzate da ciò che viene chiamata “autonomia patrimoniale perfetta”: il patrimonio della società è cioè distinto nettamente da quello dei soci. Bisogna partire proprio da tale concetto per comprendere chi risponde dei debiti di una società a responsabilità limitata (SRL). Nel caso in cui la società sia priva di beni e abbia il conto corrente in rosso, non possegga immobili né altri patrimoni, i creditori insoddisfatti possono rivalersi sui soci? Ecco cosa prevede laa legge al riguardo.

Nelle società di capitali che sono entità giuridiche con autonomia patrimoniale perfetta  che i creditori possono rivolgersi esclusivamente al patrimonio sociale senza toccare quello personale dei soci. Questi ultimi quindi non rispondono dei debiti della società.

Per le società di persone, invece, questa autonomia non è completa: quindi i soci possono essere chiamati a rispondere delle obbligazioni sociali anche con il loro patrimonio personale.

La situazione è particolare per la società in accomandita semplice, dove solo il socio accomandatario è responsabile personalmente delle obbligazioni sociali, mentre il socio accomandante risponde limitatamente al suo apporto, eccetto nel caso in cui l’escussione del patrimonio sociale non basti a coprire i debiti.

La responsabilità patrimoniale della SRL

In linea generale, i debiti di una società a responsabilità limitata SRL gravano esclusivamente sul patrimonio della società stessa, distinto da quello personale dei soci. Ciò significa che, in caso di insolvenza, i creditori potranno soddisfare le proprie pretese solo utilizzando i beni di proprietà della società, come denaro, immobili, macchinari e crediti. Non potranno invece chiedere alcun pagamento ai soci i quali non sono responsabili delle obbligazioni sociali, neanche se hanno compiuto delle scelte imprenditoriali sbagliate.

La limitazione della responsabilità dei soci rappresenta uno dei principali vantaggi delle SRL, in quanto consente di tutelare il patrimonio personale dei soci in caso di fallimento della società.

Ciò vale anche quando si tratti di SRLS (società a responsabilità limitata semplificata) o di SRL Unipersonale (ossia con un solo socio).

Eccezioni alla limitazione della responsabilità

Nonostante la regola generale della limitazione della responsabilità, esistono alcune eccezioni in cui i soci o gli amministratori di una SRL possono essere chiamati a rispondere personalmente dei debiti della società. Tali eccezioni si verificano in presenza di specifiche situazioni:

  • quanto ai soci, solo in caso di liquidazione della società con attivo da ripartire o di piercing the veil;
  • quanto all’amministratore, solo in caso di gestione non attenta della società e di insolvenza.

Cerchiamo di approfondire tali due ipotesi.

Cos’è il piercing the veil e quando i soci della SRL sono responsabili?

In alcuni casi, i giudici potrebbero disattendere il principio della limitazione della responsabilità e ritenere i soci o gli amministratori personalmente responsabili dei debiti della società. Tale fenomeno, noto come “piercing the veil” o “perforazione del velo societario“, si verifica quando i giudici accertano che la società è stata utilizzata come mero schermo per perpetrare frodi o altri illeciti a danno dei creditori. Ciò accade quando i soci di controllo fanno uso della SRL al fine di perseguire i interessi personali piuttosto che quelli della società nel suo insieme, tutto ciò in pregiudizio ai creditori sociali.

Si verifica cioè ciò che viene chiamato “abuso della personalità giuridica”: lo schema della SRL viene utilizzato solo per evitare di rispondere dei debiti contratti.

In verità, sul punto non c’è ancora giurisprudenza e anche la dottrina è divisa. Bisognerà attendere i futuri sviluppi per comprendere se e in che misura i soci, in caso di piercing the veil, possano essere chiamati a rispondere dei debiti della SRL.

La responsabilità dei soci della SRL alla chiusura della società

I soci possono essere responsabili insieme alla società se hanno contratto fideiussioni in favore della società stessa, come spesso viene richiesto dalle banche all’atto dell’erogazione di finanziamenti, mutui, aperture di credito. In tal caso il creditore può rivalersi contro il socio, previa escussione della società.

Inoltre, dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese, i creditori della società stessa che non siano riusciti a riscuotere le somme ad essi dovuti possono agire nei confronti dei soci:

  • solo se, col bilancio di liquidazione, siano stati distribuiti utili;
  • fino a concorrenza di tali utili (non oltre);
  • nei limiti della quota di ciascun socio.

Ad esempio, se una SRL con tre soci si chiude con un attivo di 50mila euro, il creditore che vanti 100mila euro può chiedere a ciascun socio solo il 33% di 50mila euro.

Questa responsabilità permane anche nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e del Fisco in generale per i cinque anni successivi alla liquidazione della società.

In verità, la Cassazione ha reinterpretato tale disposizione (specie per i debiti tributari) stabilendo che la responsabilità dei soci alla chiusura della società per i debiti da questa contratti sussiste anche se non c’è stata liquidazione di un patrimonio (Cass. S.U. sent. n. 6070 e 6072 del 12.03.2013 e sent. n. 9672/2018). In pratica il socio risponde dei debiti residui della società anche se non ha riscosso nulla con l’ultimo bilancio di liquidazione.

Responsabilità degli amministratori della SRL

Il Decreto Legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14, ossia il Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, ha introdotto importanti innovazioni riguardo la responsabilità economica degli amministratori delle Srl in caso di insolvenza della società. Con l’adozione di tale normativa, si registra una significativa novità per gli amministratori delle Srl. Prima di essa, infatti, gli amministratori non erano personalmente responsabili per i debiti della società. La riforma ha introdotto una limitazione a questo principio, prevedendo la responsabilità degli amministratori verso i creditori per la mancata preservazione dell’integrità del patrimonio sociale, come stabilito dall’articolo 2476 del codice civile. Questo obbligo si coordina con l’articolo 2086, che impone agli amministratori stessi di predisporre un assetto organizzativo aziendale adeguato al fine di rilevare tempestivamente una situazione di crisi onde garantire il pagamento dei creditori.

In sostanza, se si verifica simultaneamente l’insolvenza della società, l’insufficienza del patrimonio sociale e l’assenza di un’adeguata struttura organizzativa, l’amministratore può essere chiamato a rispondere personalmente delle passività societarie.

Gli amministratori di una SRL possono inoltre essere chiamati a rispondere solidalmente dei debiti della società in caso di insolvenza della società se hanno commesso:

  • condotte dolose o colpose nella gestione della società, causando un danno ai creditori;
  • hanno violato norme di legge o disposizioni statutarie, causando un danno ai creditori.

Questo rappresenta un cambiamento sostanziale rispetto al passato, avendo un impatto significativo dato che la forma giuridica della Srl è molto diffusa in Italia e spesso l’amministratore è anche socio, potendo così essere responsabilizzato per le obbligazioni societarie.

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