reporting di sostenibilità: è alto il rischio di una ‘torre di Babele’


Dal Sole24Ore.

Ha comprato tempo la Commissione europea, con il primo pacchetto Omnibus, che ha rinviato di due anni l’obbligo dei bilanci Esg per le imprese, ad eccezione degli enti di interesse pubblico che sono tenuti al rendiconto già nel 2025 per il 2024 (si veda «Il Sole 24 Ore» del 18 aprile). Obiettivo (con l’Omnibus 2, non ancora approvato): semplificare la normativa e gli standard e coordinare meglio i punti della disciplina che appaiono critici. Tuttavia, il rinvio degli obblighi posti dalla direttiva Csrd – che pure in Italia era stato sollecitato da molti, tra cui Confindustria, Assonime e Oic – non appare come un’operazione neutra. Anzi, senza un buon pilota, che abbia chiaro dove arrivare, alla fine ci potrebbero essere molti elementi distonici e risultati addirittura controproducenti…

Nell’articolo di Maria Carla De Cesari viene poi evidenziato che la proliferazione di forme di rendicontazione della sostenibilità di carattere volontario da parte di società originariamente incluse nello scope della Csrd, e ormai orientate alla divulgazione di tale informativa, potrebbe determinare confusione e ambiguità rispetto agli stakeholder, inficiando l’obiettivo della comparabilità. Per questo le società che decidessero di effettuare, in modo volontario, il reporting di sostenibilità dovrebbero seguire gli standard Esrs…

(continua a leggere Sole24Ore del 22.04.2025)

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