Dal Sole24Ore.
Il Disegno di Legge del Governo, con la prima regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, è stato approvato il 20 marzo scorso dal Senato, ed ora è in attesa di essere esaminato dalla Camera.
Ma ancora prima che diventi legge la regolamentazione dell’intelligenza artificiale (Ia), gli studi professionali possono cominciare da ora a organizzarsi per comunicare al meglio ai clienti l’impiego che fanno dei vari strumenti di Ia generativa.
Il Ddl (A.C. 2316) è appena stato approvato in prima lettura dal Senato e ora è all’esame della Camera. Contiene anche una disposizione – l’articolo 12- dedicata ai professionisti che limita l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale ad «attività strumentali e di supporto», preservando la «prevalenza del lavoro intellettuale» umano: i professionisti possono utilizzare gli algoritmi per compiti operativi, come analizzare dati, predisporre bilanci, ricercare giurisprudenza o redigere bozze contrattuali, ma le decisioni finali, fondate su intuizione ed esperienza, spettano a loro.
Nella stessa norma c’è, appunto, anche l’obbligo di informare i clienti sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, con un linguaggio «chiaro, semplice ed esaustivo». Non si tratta di un mero adempimento formale, ma di una tutela: il cliente ha diritto di sapere se un parere legale o un bilancio è stato parzialmente elaborato da un algoritmo, e se si tratta di un sistema proprietario (sviluppato internamente) o aperto (di terze parti).
Cosa comunicare
Per dare concretezza a questo principio, il professionista dovrebbe indicare le informazioni relative all’utilizzo di strumenti di Ia già nella lettera di incarico, specificando, ad esempio se, per l’attività oggetto dell’incarico, sarà utilizzato un sistema di intelligenza artificiale proprietario per l’analisi preliminare dei dati o no.
È anche importante specificare che i sistemi di Ia saranno utilizzati sempre sotto la supervisione umana, vale a dire del professionista. Questi elementi contribuiscono a chiarire non solo le condizioni di utilizzo della tecnologia, ma anche il controllo umano esercitato. Tale ultimo aspetto risulta particolarmente sensibile in ambito forense, dove l’equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti fondamentali assume una valenza centrale…
(continua a legge Sole24Ore del 14.04.2025)