Dal Sole24Ore.
Quattro mesi in più per chiudere altri dossier della delega fiscale e due anni in più per le correzioni ai decreti attuativi già approvati.
Non solo. Il governo apre la strada alla transazione fiscale prevista dal codice della crisi e dell’insolvenza anche ai tributi regionali e a quelli comunali. E per i magistrati tributari viene confermata l’idea di introdurre una giurisdizione su misura come quella per i magistrati ordinari (si veda quanto anticipato su «Il Sole 24 Ore» del 26 marzo scorso). È in sintesi quello che prevede il disegno di legge
sulla delega fiscale approvato ieri dal Consiglio dei ministri e ora spedito alle Camere per un’approvazione a tempo di record.
Si tratta di un intervento «importante», ha detto ieri il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, che consente «di dare completa attuazione della riforma fiscale, in linea con gli obiettivi stabiliti all’inizio
della legislatura» e allo stesso tempo «di allineare la scadenza della delega fiscale a quella dei testi unici, consentendo così di consolidare i risultati ottenuti e di completare gli interventi ancora
in elaborazione».
Quattro mesi in più
L’obiettivo principale del nuovo Ddl fiscale resta dunque quello di ottenere quei 124 giorni in più per attuare altri capitoli della delega fiscale in scadenza il prossimo 29 agosto. E non sono poi pochi i principi di riforma da attuare per rendere organica la riforma fiscale, a partire dalla revisione dell’Imposta sul valore aggiunto e dalla soppressione, seppur graduale, dell’Irap. C’è il riordino della tassazione sul risparmio con una sola categoria di redditi di natura finanziaria, senza più distinzione tra i redditi di capitale e i redditi diversi di natura finanziaria. Non mancano i redditi immobiliari con l’eterna promessa dell’estensione della cedolare sugli affitti agli immobili diversi da quelli a uso abitativo per gli
esercenti di attività di impresa o di lavoro autonomo. Molto attesa, e oggetto nelle ultime settimane di un lungo lavorio, è anche la riforma del gioco fisico con il taglio delle macchinette, la definizione degli
orari e del distanziometro dei punti gioco da luoghi sensibili (scuole, chiese, Rsa eccetera), nonché la messa a gara delle nuove concessioni per le Slot e le scommesse.
Due anni per le correzioni
Si tratta di capitoli della riforma che oltre ad un elevato carico di complessità richiedono anche di coperture finanziarie che però in questa fase non ci sono ma magari con quattro mesi in più di tempo
potrebbero anche arrivare, almeno in parte. Con il Ddl il governo chiede al Parlamento anche di poter allungare, di due anni ovvero fino
al 31 dicembre 2027, i tempi per i decreti correttivi delle misure
attuate con i decreti già emanati (15 a cui si aggiungono quattro
Testi unici) o in arrivo entro la fine del 2025. Una scadenza che a
ben vedere va anche oltre la fine dell’attuale legislatura.
Crisi di impresa
l provvedimento licenziato ieri a Palazzo Chigi introduce anche un
nuovo principio che fino ad oggi non era previsto nella legge n. 111
del 2023. Un principio che punta a estendere sia la transazione
fiscale per i tributi locali e quelli regionali così come prevista dal
codice della crisi d’impresa dell’insolvenza, sia gli accordi sui
debiti tributari in materia di concordato giudiziale nell’ambito della
procedura di regolazione della crisi o insolvenza del gruppo. Così si
supera il paletto fissato dal testo attuale della delega che restringe
l’ambito di azione alla sola composizione negoziale della crisi
d’impresa. E soprattutto va incontro alle esigenze delle imprese in
difficoltà di poter saldare in forma ridotta i conti anche, ad
esempio, su Imu e Tari.
Giudici tributari
Altro capitolo del nuovo disegno di legge riguarda i magistrati
tributari con l’idea di colmare il vuoto giuridico sullo status
giuridico dei nuovi magistrati togati di cui 22 sono già in servizio
dal 1° febbraio 2024, a cui se ne aggiungeranno entro fine 2026 altri
146 vincitori dei primi concorsi per arrivare all’immissione in
servizio di 576 unità entro il 2029. Per questi nuovi magistrati
tributari è diventato irrinunciabile introdurre un assetto
ordinamentale del loro ruolo sulla stessa linea di quello in vigore
per i magistrati ordinari. In sostanza andranno disciplinati istituti
come le incompatibilità, la dispensa dal servizio e del trasferimento
d’ufficio.