Diritto societario: arriva il modello digitale UE per le società di persone


Dal Sole24Ore.

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ue del 9 gennaio, serie L, con questo fine, la direttiva (Ue) 2025/25 del 9 dicembre 2024 «recante modifica delle direttive 2009/102/CE e (Ue) 2017/1132 per quanto concerne l’ulteriore ampliamento e miglioramento dell’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario». Tra gli obiettivi perseguiti, una maggiore facilità di accesso ai dati delle società in tutto lo spazio Ue, più trasparenza per le imprese e rapidità nelle attività imprenditoriali, riduzione degli oneri burocratici in situazioni transfrontaliere e amministrazioni pubbliche più connesse. La direttiva lascia agli Stati, pur nel rafforzamento dei controlli preventivi, la scelta se il controllo debba essere di carattere amministrativo, giudiziario o notarile, nel rispetto degli ordinamenti giuridici nazionali e delle tradizioni giuridiche degli Stati membri. In ogni caso, i registri nazionali saranno tenuti a emettere i certificati per le società incluse negli allegati II e II ter: tali documenti dovranno essere accettati in tutti gli Stati membri come prova sufficiente, al momento dell’emissione, della costituzione della società e del suo oggetto. Oltre al controllo preventivo, la direttiva rafforza il principio una tantum in base al quale le società non devono presentare più volte le stesse informazioni alle autorità pubbliche, principio esteso ai casi in cui le società registrano succursali in un altro Stato membro. Per quanto riguarda il miglioramento nell’accesso ai dati attraverso il sistema di interconnessione dei registri delle imprese ( Business Registers Interconnection System -Bris) dovranno essere indicate le generalità dei soci accomandanti e rese pubbliche nei registri le notizie sulla trasformazione di una società che diventi unipersonale con il cumulo di tutte le quote in capo a un unico socio. È altresì previsto l’obbligo di pubblicità per i tipi di società di persone elencati nell’allegato II ter, ossia, per l’Italia, le società in nome collettivo e le società in accomandita semplice. La direttiva considera centrale l’utilizzo di un modello digitale multilingue che elimina le formalità come l’apostille per i documenti societari e le traduzioni nelle procedure transfrontaliere. 

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