terzo settore: tutte le novità della riforma previste nel 2025


Da ItaliaOggi.

La riforma del terzo settore sembra non finire mai. Il percorso partito nel 2016, infatti, non solo non è ancora giunto a conclusione, ma tra il 2024 e il 2025 ha visto e vedrà parecchie modifiche. Il fisco la fa da padrone, tra Iva, parere europeo, accesso al regime forfettario, Imu e fattura elettronica. Ma non solo, visto che nell’anno appena chiuso è stato approvata la legge 104, che effettua un restyling del Codice del terzo settore (dlgs 117/2017) e che rende necessario un provvedimento per adeguare il dm 106/2020, in arrivo nel 2025. Così come è in arrivo anche il testo sui controlli degli Ets, che insieme al parere Ue chiuderebbe definitivamente il cerchio della riforma avviata nel 2016. A completare il quadro le novità dell’ultima legge di bilancio e la riforma della disabilità, la cui sperimentazione è partita ieri.

Legge 104/2024

In vigore dal 3 agosto e approvata in tempi rapidi in Parlamento, la legge 104effettua una considerevole revisione al Codice del terzo settore. Molte le novità introdotte, come l’innalzamento del limite entro il quale gli enti senza personalità giuridica possano redigere solo il rendiconto per cassa, invece del bilancio. Stesso principio per i parametri al di sopra dei quali l’ente deve nominare revisori e organo di controllo, che sono stati alzati. Cambiate anche le regole per le assemblee, che potranno sempre svolgersi online e a distanza, in materia di eredità e per le associazioni d’arma, che potranno iscriversi al Runts (Registro unico nazionale del terzo settore).
Un pacchetto di norme che, come detto, renderà necessario un ulteriore adeguamento normativo; i tecnici del ministero guidato da Marina Calderone (lavoro) sono da mesi all’opera sul provvedimento che andrà a integrare le novità al decreto ministeriale 106/2020, il dm che disciplina le modalità di iscrizione al Runts.

Fisco

Tanto il 2024 quanto il 2025 saranno ricordati come anni segnati da importanti novità fiscali per il non profit. La più recente, che in realtà si trascina da qualche anno, riguarda il passaggio dal regime di esclusione Iva a quello di esenzione, che dopo varie proroghe doveva diventare realtà ieri e che, invece, è stato ancora rimandato (a gennaio 2026). Un altro anno di tempo, durante il quale il governo (a detta del viceministro al Mef Maurizio Leo) dovrà trovare una soluzione definitiva al problema, probabilmente escludendo dall’obbligo le realtà più piccole. Un’altra questione che si trascina da anni è quella legata al parere europeo sul regime fiscale definito dalla riforma del 2016-2017; era atteso già in estate, pare sia imminente, comunque si può dire con un certo grado di certezza che arriverà nel 2025. Da questo parere dipende il destino delle oltre 20 mila Onlus esistenti in Italia, che dovranno decidere se e come trasmigrare nel Runts (si veda articolo a pagina 30).
Il 2024, comunque, ha portato in dote al comparto la possibilità per Organizzazioni di volontariato e Associazioni di promozione sociale (Odv e Aps) di accedere al regime forfettario, ma anche l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti gli enti non profit con partita Iva.

Legge di bilancio

Tra gli argomenti clou del 2024 (e del 2025) ci sono sicuramente due novità introdotte dalla manovra, ovvero la norma sui revisori nelle organizzazioni che ricevono contributi pubblici e, soprattutto, la «spending review» per le stesse organizzazioni. Se sul primo aspetto il governo ha fatto un passo indietro, il secondo rimane invece realtà; in sostanza, un Ets che riceve contributi pubblici di «entità significativa» (parametri ancora da definire) non potrà acquistare beni e servizi per un importo superiore al valore medio sostenuto per le stesse spese nel 2021, 2022 e 2023. Una misura fortemente contestata dal Forum terzo settore, sulla quale potrebbero esserci ulteriori aggiornamenti: è stato infatti approvato un ordine del giorno che punta a escludere gli Ets (Enti del terzo settore) dal campo di applicazione della misura (Odg di Imma Vietri, Fdi, sostenuto dal viceministro Maria Teresa Bellucci).

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