enti locali: per i bilanci, le nuove regole della governance economica europea


Dal Sole24Ore.

Dal 1° gennaio 2025, con l’entrata in vigore delle regole della nuova governance economica europea, i bilanci degli enti locali dovranno rispettare una definizione di pareggio più stringente e ridurre la spesa corrente. Le verifiche saranno effettuate a livello di comparto e, in caso di sforamento, le misure saranno applicate ai singoli enti.

Le nuove regole avranno un primo impatto significativo sugli enti locali delle regioni a statuto ordinario, oltre a quelli di Sicilia e Sardegna, richiedendo loro un contributo aggiuntivo alla finanza pubblica rispetto alle normative esistenti. In dettaglio, si prevedono contributi incrementali: 140 milioni di euro nel 2025 (di cui 10 milioni a province e città metropolitane), 290 milioni per il triennio 2026-2028 (di cui 30 milioni per province e città metropolitane), e 440 milioni nel 2029 (di cui 50 milioni per province e città metropolitane).

La distribuzione di questi fondi sarà stabilita da un decreto del Mef entro il 31 gennaio 2025, seguendo un’intesa nella Conferenza Stato-città. Se l’accordo non fosse raggiunto entro 20 giorni dalla prima discussione, il decreto verrà comunque emesso. I criteri di riparto terranno conto di vari fattori, non necessariamente proporzionali, come la spesa corrente del rendiconto 2023, esclusi gli impegni per interessi, la gestione ordinaria del servizio rifiuti, i trasferimenti allo Stato per il contributo alla finanza pubblica e le spese sociali (missione 12). Queste cifre saranno registrate annualmente dal 2025 al 2029 nella parte corrente del bilancio, nella missione 20 (fondi e accantonamenti). Con riferimento al bilancio di previsione 2025-2027, il fondo sarà iscritto entro 30 giorni dal riparto dei contributi, con una variazione di bilancio approvata dal consiglio. Entro la fine di ogni esercizio finanziario, gli enti in disavanzo dovranno destinare questi fondi al ripiano anticipato del disavanzo di amministrazione, in aggiunta alle quote già previste a bilancio. Gli altri enti potranno utilizzare il fondo per finanziare investimenti per l’esercizio successivo, con priorità rispetto al ricorso al debito. Circa 490 enti in crisi finanziaria sono esclusi dall’obbligo di accantonamento. 

Dal 2025, inoltre, tutti gli enti dovranno garantire l’equilibrio di bilancio considerando il saldo W2 superiore a zero del prospetto attuale degli equilibri di bilancio. Entro il 30 giugno di ciascuno degli anni dal 2026 al 2030, con decreto Mef, sarà verificato attraverso la Bdap il rispetto a livello di comparto dell’equilibrio di bilancio e dell’accantonamento del contributo alla finanza pubblica. In caso di mancato rispetto a livello di comparto, degli obiettivi determinati dalla somma algebrica del saldo e dei mancati accantonamenti, gli enti inadempienti dovranno iscrivere l’importo eccedente in bilancio.

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