Da ItaliaOggi.
Studi professionali intasati dalle richieste di chiarimento dei clienti-contribuentisulle lettere ricevute in questi giorni dall’ Agenzia delle Entrate. Ma, a parte il forte disagio di clienti e professionisti, anche dopo il massiccio impegno profuso per la valutazione della proposta di concordato preventivo biennale, la situazione deve essere ricondotta nell’ambito di una mera comunicazione informativa e le missive possono essere sicuramente cestinate o archiviate.
L’Agenzia delle entrate, in questi giorni, sta inviando, a mezzo di posta elettronica certificata a 700 mila contribuenti, una comunicazione con la quale si rileva che la dichiarazione relativa al 2023 evidenzia un reddito, da attività di impresa o di lavoro autonomo, inferiore a quello dichiarato da dipendenti che operano nel medesimo settore merceologico e che “in assenza di giustificazioni oggettive”, lo stesso può essere considerato anomalo.
Rendere il reddito coerente
La stessa agenzia, conclude la comunicazione, ricordando la possibilità di rendere “coerente” il reddito dichiarato, sia integrando la dichiarazione del periodo d’imposta 2023 ma anche usufruendo, per gli anni d’imposta 2024 e 2025, del nuovo istituto del concordato preventivo biennale (Cpb) entro il prossimo 12 dicembre, avvalendosi anche del ravvedimento speciale (sanatoria) per le annualità precedenti (dal 2018 al 2022); nella nota in calce alla comunicazione vengono richiamati i redditi minimi da lavoro dipendente, rintracciabili nell’allegato al dm 14/06/2024.
Sull’argomento si rende utile precisare, innanzitutto, che si tratta di mere lettere di compliance e, seppure con contenuti sui generis, non sono atti impositivi o che rilevano errori nelle dichiarazioni indicate da parte degli operatori incaricati (commercialisti, in primis) ma delle mere “informative” di invito a verificare la propria posizione che, talvolta, potrebbe effettivamente rilevare distonie soprattutto di carattere reddituale.