Da ItaliaOggi.
Nella saga del concordato preventivo biennale non poteva mancare la puntata della ribellione. La giornata del 5 dicembre è stata caratterizzata da lamentele e levate di scudi su ogni piattaforma social da parte dei professionisti tirati letteralmente giù dal letto dai propri clienti che si sono visti recapitare all’alba le pec di compliance dell’Agenzia delle entrate a ridosso della chiusura, il 12 dicembre, del concordato preventivo biennale.
Le prime analisi hanno poi evidenziato incongruenze e anomalie sui contenuti della comunicazione, che non si è dilungata a spiegare la nota metodologica utilizzata per arrivare a evidenziare gli scostamenti. In estrema sintesi l’Agenzia ha prima detto ai contribuenti: io ti osservo e ho notato che hai un reddito più basso del tuo minimo settoriale; poi ha prospettato la soluzione, che è quella di adeguare il proprio reddito 2023 (dichiarazioni 2024) con la possibilità offerta dal concordato preventivo biennale per il 2024 e il 2025.
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La strategia di comunicazione del Mef sugli avvisi preventivi
Un’azione in ottica preventiva come sono le lettere di compliance che, dal 2015, anno del loro debutto, sono diventate il canale privilegiato di primo contatto del fisco con i contribuenti che spesso, di fronte alla moral suasion e per evitare avvitamenti in direzione accertamento, si dimostrano disponibili ad adeguarsi alla pretesa fiscale. E che sul concordato preventivo biennale fanno parte di una strategia di comunicazione più ampia e piuttosto rigorosa scelta dal ministero dell’economia: basti pensare allo spot sull’evasione o alla nota sui risultati di contrasto all’evasione di qualche giorno fa o alle diverse campagne di comunicazione tramite lettere nel cassetto fiscale del contribuente di cui l’Agenzia delle entrate è stato esecutore su indicazioni del ministero dell’economia.
La protesta social e l’avviso della Lega
Ieri però qualcosa è andato storto, la comunicazione è stata letta come una apposizione della lettera scarlatta sull’evasore con un effetto paradossale: alcuni contribuenti in una sorta di je accuse hanno mostrato sui social le lettere ricevute, rivendicando pubblicamente di essere in quella classe di rischio. Ma anche il fronte politico non è rimasto indifferente il dipartimento economico della Lega (il partito del ministro dell’economia, Giorgetti) ha diffuso ieri una nota in cui si dice contraria «alla pioggia di lettere per l’adesione al concordato».