SLa ripresa delle libere professioni traina anche l’occupazione negli studi. Il saldo tra assunzioni e cessazioni è particolarmente positivo rispetto al pre-pandemia: +36% nel 2023 rispetto al 2019, con la trasformazione dei contratti stipulati a tempo determinato in indeterminato a farla da padrone.
Ma guardando ai dati occupazionali si intravede anche un altro piccolo, ma interessante, fenomeno: quello della concentrazione e della crescita dimensionale degli studi. Il modello micro che finora aveva caratterizzato questo comparto con il libero professionista da solo – o al massimo con una segretaria – mostra evidenti segni di flessione, a favore degli studi di maggiore dimensione che vantano i migliori saldi occupazionali. C’è anche questo spaccato sul lavoro nel IX Rapporto sulle libere professioni in Italia pubblicato nei giorni scorsi da Confprofessioni.
Il Rapporto disegna un quadro positivo, seppure con qualche ombra, del mondo delle libere professioni in lenta ripresa dopo la pandemia: ammonta a 1,36 milioni l’insieme dei professionisti – ordinistici e non – censiti nel 2023, in crescita dello 0,8% rispetto al 2022, ma non ancora ai livelli del 2019 (1,427 milioni). Con una ulteriore buona spinta (+1,7%) nel primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Ma questa popolazione invecchia: dal 2013 al 2023 l’età media è passata dai 45,5 ai 48,2 anni.
Il saldo occupazionale
Negli studi nel 2023 sono state oltre 751mila le assunzioni contro le 721mila del 2019 (+4%), mentre le cessazioni sono anch’esse cresciute ma a un ritmo minore, pari all’1,06 per cento. Da qui, appunto il saldo positivo di oltre 62mila unità (+36 % rispetto al 2019, come si vede nella tabella a fianco).al Sole24ore.