Dal Sole24Ore.
Si dice fiducioso sulle prospettive di crescita, al punto che non sarebbe «stupito da eventuali revisioni al rialzo anche delle stime preliminari sul Pil del 2024». Difende i tagli ai fondi automotive (4,55 miliardi nel 2025-2030) perché non colpiscono «gli aiuti alle imprese che vogliono riconvertire» ma «le rottamazioni e gli incentivi all’acquisto di auto elettriche magari prodotte in Cina o in altri Paesi». E soprattutto apre la porta a una serie di correttivi parlamentari alla manovra. Che non potranno ovviamente modificarne i saldi; ma rivedere molti interventi, dalla tassazione delle criptovalute al turn over nella Pa, dalla casa fino al contestatissimo invio di revisori del Mef in tutte le realtà destinatarie di contributi pubblici da almeno 100mila euro.
Come spesso gli capita in queste occasioni, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nell’audizione di ieri alle Camere sulla manovra non si limita a un intervento formale. Ma soprattutto nelle risposte alle tante domande arrivate da deputati e senatori ribatte, distingue e difende i «princìpi» ispiratori delle diverse misure: che in più di un caso potranno essere modificate, senza però appunto intaccarne la ratio ispiratrice.
Le critiche più dure dei parlamentari si concentrano sull’idea di spedire controllori del Mef nei «collegi di revisione o sindacali» di chi, «società, enti, organismi o fondazioni», riceva un contributo pubblico da almeno 100mila euro. L’articolo 112 del Ddl ha prospettato fin dall’inizio (Sole 24 Ore del 24 ottobre) un diluvio di esponenti ministeriali anche nelle imprese private titolari di incentivi come Transizione 4.0 o contratti di sviluppo, agitando anche la maggioranza che per esempio con il vicepremier Antonio Tajani (Fi) ha evocato la trasformazione del Mef in una riedizione della Stasi. «Sono apertissimo a qualsiasi tipo di proposta ma il principio va mantenuto: chi riceve un contributo dallo Stato deve rispondere di come lo usa» ha detto ieri Giorgetti, di fatto anticipando che il testo, forse uscito in modo non troppo felice dalla sua lunga gestazione, sarà modificato. In questi giorni si è ipotizzata la cancellazione della soglia di legge dei 100mila euro, che demanderebbe integralmente l’attuazione dei controlli a un futuro decreto ministeriale con cui si possono allungare i tempi e smussare molti angoli. Si vedrà.