Le società a responsabilità limitata semplificate si avvicinano alle 400.000 unità e crescono mediamente di quasi il 10% l’anno. Dal dicembre 2019 al dicembre 2023 sono passate da 259.928 a 374.185 con una crescita che ha sfiorato il 44% (43,96).
Sono alcuni dei dati forniti a ItaliaOggi Sette da Unioncamere-Infocamere sulla base delle società iscritte al registro delle imprese al 31/12/2023 rispetto agli stessi dati rilevati al 31/12/2019.
Un aspetto di estremo rilievo riguarda le srl semplificate a socio unico, pari a ben 207.908 su 374.178. In pratica ben oltre il 50% delle srl semplificate sono unipersonali (il 55,56% per l’esattezza), ove nelle srl ordinarie quelle a socio unico sono ben al di sotto del 10% (8,71%). Ovviamente, se ci limitiamo alle imprese attive, il numero delle srl semplificate si riduce notevolmente poiché solo poco più del 70% delle stesse (in particolare il 70,74%) risultano imprese in attività. Da segnalare che nell’ambito delle varie tipologie di società di capitali, le srl semplificate, dopo le cooperative, sono quelle con maggior percentuale di società sospese, inattive, con procedure concorsuali o in liquidazione.
Costituzione semplice e costi ridotti: le ragioni della crescita
Appare opportuno domandarsi il perché, dopo la loro nascita attraverso l’art. 3, comma 1, del dl 24 gennaio 2012, convertito con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012 n. 27 che ha aggiunto al codice civile l’art. 2463-bis, tali tipologie societarie risultano le più amate dagli imprenditori italiani, nonostante esse costringano all’utilizzo di uno statuto standard che potrebbe creare non pochi problemi alla compagine societaria.
Fra queste è possibile segnalare: 1) una notevole semplificazione nella procedura costitutiva che avviene attraverso un atto pubblico privo di spese notarili e l’utilizzo di uno statuto standard introdotto dal decreto ministeriale 138/2012 (che peraltro in molte clausole è ormai da anni non più attuale e che dovrebbe essere revisionato); 2) una iscrizione della società nel registro delle imprese con una comunicazione esente da imposte di bollo e di registro; 3) la possibilità di essere costituita con l’apporto di un capitale minimo pari ad 1 euro.
Tali procedure semplificate e i bassissimi costi costitutivi inducono probabilmente a sottovalutare le notevoli criticità di tale tipo societario, che vanno dalla scarsa affidabilità bancaria, al capitale conferibile esclusivamente in denaro nei limiti di 9.999,99 euro, fino alla inammissibilità di prevedere diritti di prelazione e gradimento a favore dei soci nel caso di trasferimenti di quote e soprattutto il recesso ad nutum per ciascun socio, determinato dalla circostanza che la società è contratta a tempo indeterminato.
Diminuiscono le imprese individuali
La netta crescita delle srl semplificate è probabilmente una delle principali cause della netta decrescita delle imprese individuali che, nel corso dell’ultimo quinquennio sono diminuite considerevolmente.
Esse, infatti (limitandoci alle imprese attive) passano dalle 3.029.964 del 2019 alle 2.900.388 del 2023.
La riduzione appare ancora più rilevante se si torna un po’ più indietro nel tempo. Le imprese individuali attive erano infatti ben 3.095.000 nel 2017 e 3.119.000 nel 2016 con un decremento in 8 anni di circa 220.000 unità. La possibilità di costituire imprese individuali nella forma di srl semplificata con costi estremamente bassi e limitazione della responsabilità è probabilmente la maggiore ragione di questa crescita.