Dal Sole24Ore.
La determinazione delle componenti del risultato di amministrazione è il rilievo più ricorrente fra quelli mossi dalla Corte dei conti nei controlli effettuati su 1.160 Comuni e Unioni. Sono state riscontrate criticità anche su riaccertamento dei residui, fondo pluriennale vincolato, liquidità e rapporti crediti e debiti con le partecipate.
La disamina delle pronunce 2023 è contenuta nella relazione della Corte dei conti presentata il 13 febbraio all’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Le irregolarità contabili o finanziarie hanno interessato il 95% dei controlli. Solo il 5% delle verifiche (contro il 3% del 2022) si è chiuso con dichiarazioni di sostanziale regolarità delle gestioni finanziarie (nei Comuni).
Al primo posto delle violazioni è la scorretta determinazione del risultato di amministrazione connessa, in particolare, a un’erronea quantificazione delle componenti. Restano notevoli difficoltà nella gestione e nel riaccertamento dei residui, con il mantenimento di poste, specialmente attive, che non avrebbero titolo a permanere nelle scritture. Fra le difficoltà anche il calcolo dell’Fpv.
Ricorrenti sono gli errori accertati nella costituzione degli accantonamenti e dei vincoli nel risultato di amministrazione, soprattutto nella quantificazione dei fondi (crediti dubbia esigibilità, contenzioso, perdite società partecipate e anticipazione di liquidità). Si segnalano difficoltà nella stima e nell’accantonamento del fondo garanzia debiti commerciali.
La gestione della liquidità continua a confermarsi tra le aree più critiche, soprattutto per i problemi di riscossione sia in conto competenza che in conto residui. Queste difficoltà, riducendo la liquidità, contribuiscono a definire una dilatazione dei tempi di pagamento, l’insorgere di debiti fuori bilancio e il reiterato ricorso ad anticipazioni di liquidità, spesso non restituite entro la chiusura dell’esercizio….