Dal Sole24Ore un interessante approfondimento sugli scenari che si delineano con le nuove disposizioni relative alle dichiarazioni.
La bozza di decreto legislativo approvata dal Consiglio dei ministri del 23 ottobre prevede che i termini dell’invio delle dichiarazioni per le società sia anticipato dal 30 novembre al 30 settembre, come è stato già anche in passato. Ma questa anticipazione degli adempimenti va necessariamente coniugata con le implicazioni che genera su tutta la fase di predisposizione dei bilanci, che coinvolge tanto le imprese quanto i professionisti che le assistono nelle relative attività. Vediamo perché.
L’articolo 11 dello schema di decreto in questione stabilisce, modificando l’articolo 2 comma 2 del Dpr 322/1998, che per i soggetti Ires con effetto dal 2 maggio 2024 il termine per la presentazione telematica delle dichiarazioni dei redditi e Irap venga anticipato all’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta (rispetto all’undicesimo mese attualmente previsto). Questa modifica comporta l’accorciamento di due mesi per ciò che concerne l’invio delle dichiarazioni, che rappresenta solo l’ultima fase di un processo che inizia con la predisposizione dei bilanci, segue con la loro approvazione, si sviluppa con i termini di versamento delle imposte tendenzialmente fissati a fine giugno e si cristallizza infine con i modelli dichiarativi da predisporre e inviare telematicamente entro il 30 novembre. Si tratta invero di una complessa attività che, soprattutto per ciò che concerne i professionisti, fa sì che gli stessi siano coinvolti nelle attività per buona parte dell’anno. Non è inusuale, infatti, che si cominci a lavorare alle bozze dei bilanci e conteggi delle imposte a febbraio, per terminare infine l’attività a fine novembre. Spesso, poi, per realtà più complesse, con dei passaggi successivi perché il conteggio delle imposte in bilancio potrebbe non essere definitivo, comportando quindi degli aggiustamenti in una seconda fase, che è quella dei versamenti estivi, e talvolta verificandosi delle ulteriori modifiche che trovano poi la loro sintesi finale nei dichiarativi di fine novembre.
Non c’è dubbio che un iter del genere condizioni assai sia il lavoro dei professionisti, alle prese con bozze di bilanci, conteggi imposte, riconteggi alla luce di modifiche o di dati disponibili solo successivamente. E questo coinvolge anche le direzioni amministrative delle imprese che forniscono questi dati ai professionisti, o sono coinvolte in prima persona laddove tutto l’iter sia prevalentemente svolto all’interno, con minor ausilio dei professionisti. In ogni caso non c’è dubbio che altre attività amministrative subiscano dei rallentamenti o vengano addirittura bloccate per dar spazio alle prime. E così il calendario sopra descritto occupa di fatto buona parte dell’anno.
Ben venga quindi una misura che porta ad accorciare i tempi di due mesi. E non è peregrino pensare che forse la soluzione ottimale era quella di un lontano passato quando subito a latere dei bilanci in sostanza venivano predisposte ed inviate le dichiarazioni dei redditi, anticipando il completamento dell’iter entro l’estate.