In vista del cronoprogramma per il Pnrr nei Comuni, i revisori legali hanno serrato le fila e intensificato i rapporti istituzionali. Dopo il proficuo incontro con il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, poco prima della pausa estiva i vertici Inrl, il Presidente Ciro Monetta ed il Vice Presidente Luigi Maninetti, hanno incontrato il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. Si è trattato di un incontro particolarmente cordiale e costruttivo nel corso del quale ci sono state ampie rassicurazioni circa il coinvolgimento dell’Inrl nei tavoli tecnici approntati per il Pnrr: nello specifico Fitto, si è impegnato ad aggiornare la propria agenda di interlocuzioni con il mondo professionale, ribadendo che l’obiettivo del Governo Meloni è quello di attivare tempestivamente tutte le risorse intellettuali necessarie ad approdare con successo alla realizzazione dei progetti previsti. Da parte loro i vertici dell’Inrl hanno manifestato al ministro Fitto la piena disponibilità della categoria dei revisori legali nel fornire il proprio operato professionale sia alle piccole e medie imprese per il loro rilancio che per gli Enti locali per le progettualità legate al Pnrr. In un pro memoria consegnato al ministro Fitto, i vertici Inrl hanno sottolineato come i revisori legali siano pronti a portare la propria esperienza e competenza per tradurre in progetti concreti le previsioni programmatiche.
E il Ministro Fitto ha spiegato: “Era ed è, oggi più di ieri, mia ferma convinzione convocare alcune figure professionali che possono risultare decisive nella governance del Pnrr che richiede alta competenza e totale trasparenza. Abbiamo già modificato quasi la metà dei 28 obiettivi che erano stati individuati e stiamo mettendo mano ad un riordino indispensabile dei progetti. Su tutto questo il tema della capacità amministrativa è centrale. L’idea è che nella fase di revisione, quella poi del confronto con la Commissione Europea ci sia un altro provvedimento di legge di approfondimento delle progettualità e quindi allargare la platea di consulenze che non siano delimitate a quelle della PA, avvalendoci di alcune importanti professionalità. Con la soluzione della terza e quarta rata abbiamo individuato un buon metodo. Se organismi come l’inrl hanno proposte concrete circa l’apporto professionale dei revisori legali stabiliremo la partecipazione a specifici tavoli di lavoro che convocheremo a breve.” Nell’apprezzare l’apertura espressa dal ministro Fitto, i vertici inrl hanno poi ribadito la volontà di collaborare con gli enti Locali e con il Governo centrale, rilanciando la proposta di una condivisione delle risorse, delle informazioni e delle competenze volte sempre a migliorare la gestione del Pnrr, perché solo così sarà possibile garantire la buona riuscita del Piano che oggi rappresenta la più grande opportunità di ripartenza, investimento e rilancio del sistema economico del Paese. E sempre prima della pausa estiva si sono svolte le elezioni dei nuovi delegati provinciali dell’Inrl che, da nord a sud, si impegneranno fin dalle prossime settimane ad attivarsi per dare il loro tangibile contributo al proselitismo che rappresenta un passaggio-chiave per il futuro dell’istituto proprio in virtù di questa accresciuta credibilità che l’Inrl si è conquistato presso i ministeri di riferimento, le istituzioni anche locali, gli ordini professionali e le università a riprova di un rispetto ed un prestigio che il mondo della politica sta rivolgendo alla figura professionale del revisore legale. E sempre poco prima della pausa estiva, con una democratica consultazione in streaming, si sono svolte le votazioni per la nomina di tutti i nuovi delegati provinciali che, da nord a sud Italia, presidieranno i territori ed avvieranno una costruttiva opera di proselitismo per rafforzare ulteriormente l’istituto. Si è trattato di una consultazione molto seguita dalla base con un’alta percentuale di presenze ‘online’ ed una confortante partecipazione di giovani professionisti a riprova di una rinnovata fiducia rivolta all’inrl da parte di tutti i revisori legali.
__________________________________________________________________
Un nuovo approccio per la gestione del rischio aziendale con l’ausilio della intelligenza artificiale
Sul prossimo numero di ottobre del bimestrale dell’Inrl verrà pubblicata una esaustiva analisi redatta dalla delegata provinciale Inrl di Monza-Brianza, Simona Pastorino e dell’avvocato Ludovico Bongini su un nuovo approccio per la gestione della crisi aziendale con la novità prorompente dell’intelligenza artificiale ad uso e beneficio dei professionisti. Con la premessa che nell’attuale panorama aziendale in continua evoluzione, la gestione del rischio aziendale è diventata una priorità fondamentale per le organizzazioni che cercano di proteggere la loro reputazione, prevenendo attività illegali, individuando vantaggi competitivi latenti, e migliorando la gestione del personale e la conformità normativa. In questo contesto, la combinazione di tre istituti – whistleblowing, modelli organizzativi ed adeguati modelli organizzativi nell’ambito del codice della crisi – offre un approccio olistico che permette alle aziende di identificare, valutare e gestire i rischi in modo più efficace. La disamina di Pastorino e Bongini esplora nel dettaglio le sinergie tra questi tre strumenti e fornire linee guida e best practice per un’adeguata gestione del rischio aziendale. Per garantire il successo e la sostenibilità a lungo termine, è infatti necessario adottare un sistema integrato di gestione del rischio che comprenda il whistleblowing, i modelli organizzativi e gli adeguati modelli organizzativi di cui al codice della crisi e dell’insolvenza, unitamente alle metodologie standard di risk management ed internal audit. Il whistleblowing, disciplinato dal decreto legislativo 24/2023, rappresenta un importante strumento per la prevenzione e l’individuazione delle violazioni aziendali. Consente ai dipendenti e ad altre persone di segnalare comportamenti illegali, illeciti o contrari all’etica all’interno dell’organizzazione, garantendo loro protezione e anonimato. Questo sistema favorisce la trasparenza, l’integrità e la responsabilità all’interno dell’azienda, consentendo una rapida identificazione e risoluzione delle violazioni. Parallelamente, i più noti modelli organizzativi, regolamentati dal decreto legislativo 231/2001, rappresentano un meccanismo di prevenzione delle responsabilità penali per le imprese. Essi consistono in un insieme di regole, procedure e controlli volti a prevenire la commissione di reati nell’ambito dell’organizzazione. I modelli organizzativi aiutano a identificare i rischi, definire le responsabilità e stabilire procedure di monitoraggio, creando così una struttura solida per la gestione del rischio aziendale. Un’ulteriore evoluzione normativa è rappresentata dagli adeguati assetti organizzativi, introdotti nel codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Questi modelli, che si applicano alle imprese in stato di crisi, sono volti a garantire una gestione efficace delle situazioni di insolvenza, prevenendo il deterioramento della situazione finanziaria dell’azienda. Essi comprendono l’adozione di misure volte a ridurre i rischi, a rafforzare la governance aziendale e a stabilire meccanismi di controllo e monitoraggio. In buona sostanza viene evidenziato che la gestione del rischio integrato può offrire vantaggi competitivi rilevanti per le aziende, consentendo loro di proteggere il proprio patrimonio, migliorare l’efficienza operativa, costruire una reputazione solida, adattarsi ai cambiamenti del contesto, soddisfare le normative e norme del settore, favorire l’innovazione e lo sviluppo sostenibile, e aumentare la fiducia degli stakeholder. Questi vantaggi possono tradursi in un maggior profitto per le aziende. Tuttavia, è importante sottolineare che per ottenere tali vantaggi competitivi, è necessario implementare un sistema di gestione del rischio integrato in modo adeguato e continuare a monitorarlo e aggiornarlo nel tempo. Inoltre, è fondamentale che le aziende si dotino delle competenze e delle risorse e delle professionalità necessarie, interne o esterne al proprio organigramma, per gestire in modo efficace i rischi e integrare la gestione del rischio nelle loro strategie e operazioni quotidiane. In tale ottica, ed è qui la novità più eclatante nell’analisi di Pastorino e Bongini, può risultare molto efficace l’utilizzo di sistemi avanzati dotati di intelligenza artificiale (di seguito ‘ia’). L’intelligenza artificiale ha infatti rivoluzionato numerosi settori e la sua applicazione nella gestione del rischio aziendale sta diventando sempre più rilevante anche per la compliance. L’ia può contribuire all’analisi dei dati aziendali in modo rapido ed efficiente, identificando pattern e correlazioni nascoste che potrebbero essere indicative di rischi potenziali. Attraverso algoritmi avanzati, l’intelligenza artificiale può rilevare anomalie e fornire avvisi tempestivi alle aziende, consentendo loro di prendere misure preventive e correttive. Tuttavia, è fondamentale affrontare le considerazioni legali e strutturali legate all’utilizzo dell’ia, come la protezione dei dati personali, la trasparenza degli algoritmi e l’interpretazione dei risultati generati dall’ia. In conclusione, l’ia può svolgere un ruolo significativo nella gestione di un sistema integrato di gestione del rischio aziendale, offrendo vantaggi come il monitoraggio delle segnalazioni, l’analisi dei dati e l’assistenza decisionale.