Nella composizione negoziata nessuna riduzione delle pendenze fiscali


Sul Sole24Ore di oggi un importante aggiornamento sulla composizione negoziata.

Nessuna possibilità di una riduzione del debito maturato con l’amministrazione finanziaria nella composizione negoziata della crisi d’impresa. La sorpresa arriva dal nuovo decreto (Dl 13/2023) sul Pnrr entrato in vigore sabato scorso e che, tra il testo approvato a Palazzo Chigi oltre il 16 febbraio e la versione pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» di venerdì sera, prevede per le imprese in crisi la possibilità di ottenere la sola dilazione del pagamento del debito fiscale non più in 72 rate ma in 120, ossia in 10 anni. Nel testo del Dl 13 entrato in vigore trovano invece conferma le altre due disposizioni sui creditori e quella sulla possibilità di autocertificare il debito. Misure che, nelle intenzioni del governo puntano a sbloccare alcuni paletti che attualmente rallentano la piena operatività della riforma in materia di insolvenza prevista dal Codice della crisi d’impresa e che rientra tra gli obiettivi centrali del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Sulla composizione negoziata, dunque, la novità arriva soprattutto dal comma 1 dell’articolo 38 del Dl Pnrr ter finalizzato a superare una delle principali difficoltà dell’istituto, ossia la corretta gestione del debito verso le casse dell’Erario o di altri enti pubblici e che, come ricorda il governo, nella stragrande maggioranza dei casi rappresenta la voce debitoria più rilevante e, quindi, il maggiore ostacolo al risanamento dell’impresa in difficoltà.

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