Flat tax per autonomi e Iva ridotta tra le misure fiscali che il Governo Meloni vuole introdurre


Tassa piatta autonomi fino a 100 mila euro, più beni primari a Iva ridotta, tregua fiscale e incentivi per assunzioni. Queste le novità fiscali che il nuovo esecutivo si propone di attivare, alcune già nella prossima legge di bilancio, come emerge dal discorso di insediamento tenuto alla Camera ieri dal presidente Giorgia Meloni, poi presentato al Senato. Un nuovo «patto fiscale» tra cittadino e pubblica amministrazione, dai tratti di una «rivoluzione copernicana».

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Tassa piatta autonomi fino a 100 mila euro, più beni primari a Iva ridotta, tregua fiscale e incentivi per assunzioni. Queste le novità fiscali che il nuovo esecutivo si propone di attivare, alcune già nella prossima legge di bilancio, come emerge dal discorso di insediamento tenuto alla Camera ieri dal presidente Giorgia Meloni, poi presentato al Senato. Un nuovo «patto fiscale» tra cittadino e pubblica amministrazione, dai tratti di una «rivoluzione copernicana», nelle parole del presidente, le cui indicazioni programmatiche soddisfano le istanze del Consiglio nazionale dei commercialisti.

I riferimenti fiscali contenuti nel discorso per richiedere la fiducia alle Camere sono partiti con l’annuncio di una riforma dell’Irpef. L’intenzione dichiarata è quella di introdurre progressivamente il quoziente familiare, che permetterebbe di rapportare il reddito del nucleo familiare al numero dei suoi componenti. Sul fronte lavoratori autonomi, è stata presentata la volontà di portare da 65 mila a 100 mila euro il tetto massimo di fatturato per godere della tassa piatta per le partite iva. Oltre all’estensione di detta flat-tax, il neo-presidente ha affermato di volerne introdurre una ulteriore sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente, una misura considerata «virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita». Sull’Iva, si prevede un allargamento della platea dei beni primari che godono dell’Iva ridotta al 5%. La misura, precisa Meloni, sarà dettagliata già nella prossima legge di bilancio, insieme a riduzioni d’imposta sui premi di produttività e innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit. Limitate le parole spese sulla discussa rottamazione delle cartelle, questione riassunta con il riferimento ad una «tregua fiscale» per consentire a cittadini e imprese in difficoltà di regolarizzare la posizione con il fisco.Altro tema toccato è quello del carico fiscale sul lavoro, ritenuto dal presidente «uno dei principali ostacoli alla creazione di nuova occupazione». Il premier ha posto dunque come obiettivo un taglio del cuneo fiscale di almeno 5 punti, «per alleggerire il carico fiscale e aumentare le buste paga», tramite anche la previsione di incentivi alle aziende, con un non meglio specificato meccanismo fiscale di premialità per attività ad alta densità di lavoro, sulla scorta del «più assumi, meno paghi». Ultimo pilastro del «patto» è una «serrata lotta all’evasione fiscale». Nel discorso, riferimenti all’eccesso normativo come causa di rischio di irregolarità, richiamato ieri anche dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio durante un forum fiscale di Wolters Kluwer. Quest’ultimo, emerge da una nota, ha inoltre espresso il pieno accordo del Consiglio con i temi fiscali del discorso e l’intenzione di mettere a disposizione le competenze dei commercialisti per modificare l’intero sistema tributario.

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