Professionisti: con la crisi politica tante misure in sospeso. Dall’equo compenso a minori tasse sulla previdenza


Su ItaliaOggi una lucida analisi di Simona D’Alessio in merito alle conseguenze della crisi che ci ha portato a nuove elezioni.

La fine (prematura) della XVIII Legislatura sta trascinando con sé, verso l’oblio, un «pacchetto» di proposte normative che, a vario titolo, potrebbero giovare ai liberi professionisti italiani: c’è, infatti, il disegno di legge sul rafforzamento del principio dell’equo compenso per le loro prestazioni (2419), che ha ancora una residua chance di approvazione, a settembre. E ci sono stati i vari tentativi normativi falliti di far devolvere ai lavoratori autonomi una serie di funzioni proprie della Pubblica amministrazione e per abbassare il livello di tassazione che grava sulle Casse previdenziali private, pari complessivamente a 765 milioni di euro all’anno, riducendo, in particolare, il prelievo imposto sui rendimenti finanziari (ed indirizzando gli eventuali «risparmi» verso il rafforzamento delle misure assistenziali per gli iscritti). Ma la ricognizione di ItaliaOggi fra le riforme incompiute, a beneficio del comparto libero-professionale, permette di evidenziare come siano cadute nel dimenticatoio pure iniziative approvate almeno un lustro fa: è il caso di alcuni capitoli del cosiddetto «Jobs act degli autonomi» (legge 81/2017), il provvedimento che fu licenziato ed entrò in vigore nel corso del governo guidato da Paolo Gentiloni, rimasto «zoppo», fra deleghe scadute (ed impossibilità, dunque, di emanare decreti attuativi) e mancata volontà di dar seguito a talune norme.

Il testo stabilì, ad esempio, l’istituzione presso il ministero del Lavoro di un tavolo tecnico permanente «ad hoc» sul lavoro indipendente con le rappresentanze delle diverse categorie (Ordini e Collegi, Enti pensionistici ed associazioni), però si sono registrate finora solamente tre convocazioni tra il 2020 ed il 2021 con l’ex e l’attuale titolare del dicastero, gli esponenti del M5s e del Pd Nunzia Catalfo e Andrea Orlando. E, poi, nulla più. Nel vuoto, a seguire, è finita la previsione di favorire l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro per chi esercita l’attività autonomamente mediante appositi sportelli (mai allestiti) nei Centri per l’impiego pubblici (Cpi) ed il medesimo destino è toccato alla scelta (per la quale l’Esecutivo avrebbe dovuto esercitare una delega) di abilitare le Casse «anche in forma associata», affinché potessero attivare servizi integrativi di welfare «finanziati da apposita contribuzione», specie per sostenere iscritti che hanno subito riduzioni del reddito professionale per ragioni involontarie, o sono stati colpiti da «gravi patologie»; a tal proposito, il via libera, nel quadro della manovra economica per il 2022, all’emendamento del senatore di FdI Andrea de Bertoldi ha inserito nell’ordinamento la possibilità, per i professionisti malati, o infortunati, di chiedere il differimento dei termini per gli adempimenti tributari, ma il parlamentare ha fatto sapere in queste ore di voler presentare una correzione al Decreto Aiuti Bis (115/2022) per ampliare il «raggio d’azione» della tutela, estendendo la chance anche alle scadenze di carattere previdenziale. Nelle settimane passate, tuttavia, qualche riconoscimento all’attività dei professionisti è arrivato: nel disegno di legge sulla concorrenza (2469), infatti, nell’ambito della delega al governo per la revisione dei procedimenti amministrativi concernenti la semplificazione in materia di fonti energetiche rinnovabili (all’articolo 26), si legge che si può procedere «anche prevedendo la possibilità di delegare un altro soggetto, persona fisica o libero professionista, a provvedere agli adempimenti presso la Pubblica amministrazione». E, al tempo stesso, è giunta la decisione del Legislatore di subordinare il «nulla osta» all’impiego in Italia dei cittadini extra-comunitari, entrati nei nostri confini con i flussi del 2021 e del 2022, all’asseverazione dei consulenti del lavoro, dei commercialisti e degli avvocati (che svolgano attività di consulenza del lavoro), come illustrato su ItaliaOggi del 6 luglio 2022, grazie all’anticipazione dei contenuti della circolare 3/2022 dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) diretto da Bruno Giordano.

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