Crisi d’impresa: per le PMI a rischio ‘default’ il nodo della tutela del patrimonio familiare


Sul Sole24Ore un articolo di Massimiliano Carbonaro mette a fuoco un aspetto non secondario: con la fine dei sostegni per la pandemia si intensificano piani di risanamento e ristrutturazione ma per separare gli asset societari da quelli familiari occorre muoversi in anticipo.

Il Codice della crisi d’impresa, infatti, richiede l’adozione di un attento assetto organizzativo, amministrativo e contabile alle aziende, ma a rendere complicato questo snodo per un tessuto imprenditoriale fatto, in gran parte, da piccole e medie imprese, è che in molte circostanze impresa e patrimonio personale vengono considerate un tutt’uno dall’imprenditore che, anzi, si serve dei propri mezzi per garantire la propria azienda in difficoltà, mettendoli a rischio. Come sottolinea Edoardo Tamagnone, partner di Tamagnone Di Marco, «quando si organizza una società o la si ristruttura sarebbe meglio pensare subito anche alla protezione del patrimonio personale. Invece questa preoccupazione emerge spesso quando la situazione è già compromessa».

A quel punto capita di agire, ad esempio attraverso donazioni, che possono essere considerate sospette e sottoposte a revoca. A rendere ancora più complicato questo scenario, il fatto che all’orizzonte si prospettano momenti caldi: «Ci aspettiamo – sottolinea Raffaele Di Capua, partner di Di Capua & Partners – un boom delle crisi nelle imprese. Salvo nuovi interventi governativi, con la ripartenza delle rate dei mutui e la fine dei sostegni i nodi verranno al pettine».

Le strategie

È una fase questa, in cui avvocati e commercialisti lavorano per sensibilizzare le imprese a strutturarsi con un’organizzazione ed un sistema di gestione adeguato a segnalare le eventuali crisi. Ma agire per tutelare impresa e patrimonio familiare insieme rende tutto più complicato.  Daniela Carloni, socia di Iannaccone e associati sottolinea che per affrontare il problema serve un team multidisciplinare per una consulenza civilistica e fallimentare ma anche per le responsabilità personali: «Quando ragioniamo su un piano di risanamento dell’impresa, l’imprenditore entra in crisi personale – continua Carloni – perché comincia a rendersi conto che anche il proprio patrimonio rischia di essere aggredito. Ma gli strumenti di composizione di una crisi sono una opportunità, non una disfatta». I legali quindi sono impegnati a separare gli asset aziendali da quelli personali quando un’impresa è in salute.

foto: www.cognosco.it

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