Con la formazione specialistica dell’Inrl sul Pnrr, i revisori al fianco degli enti locali


Su ItaliaOggi un ampio resoconto del convegno organizzato dall’Inrl presso il Cnel di Roma sul Pnrr ed i progetti degli enti locali.

In vista della decisiva fase dell’attuazione del pnrr, che per gli enti locali equivale ad una dotazione di circa 79 miliardi di euro, l’istituto nazionale revisori legali, in collaborazione con ancrel-veneto, confassociazioni e cgia-Mestre, ha presentato nei giorni scorsi presso la sede del cnel un intenso programma di formazione professionale rivolto sia ai revisori legali che agli enti locali ‘attuatori’, ovvero funzionari di comuni e regioni. Sei seminari formativi che si terranno a Roma, Torino, Milano, Bologna, Napoli e Bari, da maggio a  settembre, su temi quali l’attuazione dei programmi di investimenti da pnrr degli enti locali, l’analisi delle circolari del mef, le assunzioni del personale a tempo determinato negli enti locali e il conferimento degli incarichi professionali per la realizzazione dei progetti da pnrr, l’analisi delle gare e degli appalti sui progetti d’investimento da pnrr, le modalità operative, gestione delle risorse e quindi le modalità di contabilizzazione e semplificazione contabile. Il programma formativo comprenderà anche altri temi cruciali quali il controllo e la rendicontazione dei programmi d’investimenti, ruoli, competenze e responsabilità del soggetto attuatore e l’attività di verifica dell’organo di controllo. Percorsi formativi che avranno l’accreditamento già richiesto al ministero dell’interno. Ad aprire il convegno di informazione è stato il presidente del cnel e coordinatore del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’attuazione del pnrr, Tiziano Treu il quale, a proposito dell’attività formativa condotta dall’Inrl,  ha evidenziato: “Nei meccanismi di valutazione sulla fattibilità di ogni azione del Pnrr è bene che ci sia il contributo di professioni come quella dei revisori legali  anche nel tavolo permanente che dovrà seguire le fasi cruciali nell’attuazione del Pnrr. E se nella fase ascendente del piano la partecipazione di tutti gli stakeholders è stato molto scarso a causa dell’accelerazione impressa all’iter per presentare la documentazione entro i termini stabiliti dalla UE, ora che si passa alla fase attuativa è opportuno coinvolgere tutti i professionisti che possono dare il loro contributo tecnico. Stiamo già accumulando un patrimonio di dati, pareri e competenze che bisogna sfruttare al meglio. Ed il tavolo permanente istituito a questo scopo, è la sede ideale per la road-map del piano: e  l’Italia è l’unico paese europeo ad aver approntato uno simile strumento.”    L’invito di Treu è stato subito raccolto dal Presidente dell’Inrl Ciro Monetta che ha sottolineato: “Con il programma di formazione mirata, daremo seguito alle esigenze degli enti locali che devono orientarsi al meglio per la corretta gestione delle risorse. Il mio auspicio è che si possa formare una grande squadra di professionisti, manager e funzionari ministeriali dotati di opportune competenze da mettere disposizione anche di quelle strutture più deboli, sia in ambito pubblico che privato, per far sì che anche queste possano avere il giusto riconoscimento nell’ambito della progettualità del Pnrr e quindi derimere i divari territoriali, aumentare il mercato del lavoro, influire sulla debole crescita della produttività e  ridurre i ritardi nell’adeguamento delle competenze tecniche. In sostanza tracciare il percorso previsto proprio dalle finalità del Pnrr, cioè un paese innovativo e digitalizzato, rispettoso dell’ambiente, aperto a giovani e donne e più coeso territorialmente.”

Sulla governance per l’attuazione del pnrr è intervenuto Carmine Di Nuzzo,direttore della struttura centrale pnrr del ministero dell’economia e delle
finanze sulle modalità e strumenti di governance per l’attuazione del Pnrr: “C’è un grosso fermento per l’organizzazione delle varie amministrazioni locali. Ma è bene ricordare agli amministratori locali che questo piano non è un programma di spesa, ma un programma di azioni e di riforme al di là della semplice logica degli investimenti, come appunto ci chiede la Commissione UE. In altre parole, prima si fanno le riforme  eppoi si spendono al meglio i soldi del pnrr. Si tratta di una rivoluzione culturale per il nostro paese, ma deve essere fatta rapidamente.  E si tratta di un quadro  di riforme, e di  un quadro finanziario – ha poi precisato Di Nuzzo – che non è di 191,5 miliardi bensì di 222,1 miliardi  perchè si è creato un Fondo Complementare di 30 miliardi di euro, istituito per poter avere un bacino di interventi finanziati con risorse nazionali, sfruttando la flessibilità del bilancio.   Un passo significativo compiuto nel dicembre scorso, è stata la firma degli ‘operation agreement’ ovvero i provvedimenti sulle regole di rendicontazione da seguire per ottenere i rimborsi UE. E si tratta – ha puntualizzato Di Nuzzo – di procedure rigorose poiché la Commissione UE verificherà le misure adottate e controllerà i beneficiari, dalle imprese agli enti locali, per accertare che non vi siano conflitti d’interesse.”

Di Nuzzo ha poi specificato altri passaggi della road-map legata al pnrr: nel 2022 verrà ultimato il quadro delle riforme e delle norme che abilitano l’attuazione del piano: “Ad oggi – ha poi concluso Di Nuzzo – sono stati attivate 149 procedure per bandi e programmi d’attuazione, con un impatto territoriale diversificato che  su 56,6 miliardi già stanziati, vede al sud il 45% delle risorse, al Centro Italia il 21% ed al Nord il 34%. Dobbiamo poi cambiare il nostro ‘passo’, memori dell’esperienza non certo felice dei Piani strutturali sfruttati solo al 55%…In altre parole il tema di fondo è molto semplice: non mancano le risorse, semmai mancano le capacità di spendere e dobbiamo acquisirle al più presto.”

E sull’importanza della rendicontazione finale si è soffermato  Massimo Venturato (presidente ancrel veneto): “Una valenza che rende indispensabili percorsi formativi come quelli che abbiamo approntato per i revisori legali insieme all’Inrl, e questo perché è la stessa Corte dei conti che in una delibera stabilisce esplicitamente che ‘i revisori degli enti locali saranno chiamati a fornire ad asseverare i dati degli enti locali’. E per la governance del pnrr sarà necessario un  audit di sistema, un audit di operazione ed un audit di perfomance, con la vigilanza della ragioneria dello stato, della Corte dei conti e della guardia di finanza.”

A completare il panel dei relatori del convegno, Matteo Barbero, dirigente della città metropolitana di Torino ed esperto anci che ha sottolineato come gli enti locali, ai quali verrà assegnato quasi un terzo delle dotazioni del pnrr, non hanno mai avuto a disposizione un volume così cospicuo di risorse: “E loro saranno i soggetti attuatori, ovvero la parte centrale della macchina organizzativa,  con l’onere della gestione e del monitoraggio delle risorse disponibili. Gli enti locali non hanno ancor ben recepito che l’amministrazione centrale non è solo erogatore ma anche assistente. Ecco perché i Comuni dovranno provvedere alla riorganizzazione  del personale. Ed è necessario strutturarsi in modo adeguato e rispondere agli obblighi di monitoraggio e  rendicontazione, con un impatto contabile davvero significativo: ci sono norme specifiche sulla competenza dei bilanci.”

L’altra faccia della medaglia del pnrr è costituita dalle imprese e Alberto Cestari,ricercatore presso il centro studi sintesi di Venezia e membro del comitato scientifico dell’osservatorio regionale sull’autonomia differenziata del Veneto, ha specificato che in Italia oggi operano circa 5,1 milioni di imprese di cui il 98% sono di medio-piccola dimensione.  E le risorse del pnrr destinate al mondo delle imprese sarà di circa 41 miliardi di euro.  Mentre Valentina Milani, avvocato cassazionista e coordinatrice del tavolo interistituzionale sul partenariato pubblico e privato per investimenti previsti dal Pnrr, ha evidenziato l’importanza della sinergìa pubblico-privato tutte le volte che un progetto lo consentirà. “Abbiamo già sperimentato quanto sia utile fare sinergìa col mercato. C’è bisogno, quindi, di una grande alleanza tra pubblico e privato, come ideale modello per lo sviluppo duraturo del sistema-paese.”

Ed a proposito di proposte in ottica pnrr, il revisore legale e vice presidente agsm-aim-veneto Gianfranco Vivian, ha illustrato nel dettaglio il progetto Hyris, che ha come scopo principale la decarbonizzazione dell’industria alimentare e di altre aziende ‘energivore’.

A chiudere i lavori del convegno  Angelo Deiana, presidente di confassociazioni (213mila imprese associate), che ha sottolineato: Il Pnrr è un tema strategico per tutto il paese, con un dato non certo secondario: dei  191 miliardi in dotazione circa 69 sono ‘grants’ (a fondo perduto) ma tutto il resto è prestito. Ci vuole quindi grande attenzione affinchè il pnrr venga ben interpretato in termini di investimenti ‘redditizi’. Purtroppo c’è ancora carenza di professionisti contabili che facciano gestione, monitoraggio e che sappiano interagire con le regole della contabilità nazionale e dei Comuni. Ci vuole dunque una maggiore attenzione alle logiche economiche e contabili, quanto quella prestata per le regole e le logiche giuridiche”.

PER AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI SULLE DATE DI SVOLGIMENTO DEI CORSI SI PUO’ CONTATTARE DIRETTAMENTE LA SEGRETERIA DELL’ISTITUTO ALLA EMAIL segreteria@revisori.it o contattare la sede di Roma: 06. 6790.650

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