Sul Sole24Ore la corsa dei Comuni ai bandi PNRR.
Si capirà in fretta se i timori diffusi intorno alla capacità di attuazione del Pnrr negli enti territoriali sono fondati. Nei prossimi due mesi il calendario prevede le scadenze di bandi per 10,8 miliardi, più di un quarto della fetta comunale del Recovery: il numero e la qualità delle risposte locali offrirà la base per pronostici più circostanziati di quelli circolati fin qui.
L’agenda, presentata ieri dall’Anci all’audizione in commissione Bilancio alla Camera sul Pnrr, si apre con gli avvisi per il potenziamento degli impianti di gestione dei rifiuti (1,5 miliardi), in scadenza lunedì prossimo (missione 2, componente 1). Ma a dominare il mese sono asili nido e scuole, al centro delle tre date chiave. La prima è il 22 febbraio: entro quel giorno le Regioni dovranno individuare gli interventi da finanziare con il maxi-piano da 3,9 miliardi per la riqualificazione dell’edilizia scolastica (missione 4, investimento 3.3). Sei giorni dopo si chiuderanno invece gli avvisi pubblici rivolti direttamente ai Comuni sui progetti per l’estensione di tempo pieno e mense (960 milioni) e delle infrastrutture per lo sport (300 milioni) in asili nido e scuole dell’infanzia (missione 4, componente 4). Marzo sarà invece un mese più “infrastrutturale”, giocato tutto nella missione 1 con la scadenza degli avvisi per gli investimenti nell’«attrattività dei borghi» (560 milioni, 15 marzo), parchi e giardini storici (300 milioni, 15 marzo) e per l’efficienza energetica di cinema e teatri (200 milioni, 18 marzo).
In poche settimane, insomma, i Comuni sono chiamati a replicare il tasso di risposta realizzato sulla rigenerazione urbana, che ha spinto il governo all’integrazione dei fondi per 905 milioni in arrivo con emendamento al Milleproroghe o al Sostegni-ter. Mentre, come hanno avvertito ieri i presidenti di Anci e Upi Antonio Decaro e Michele de Pascale, il balzo inflattivo rischia di far saltare i conti dei progetti.