Professionisti: malattìa, giusta causa per differimento adempimenti tributari e contributivi


Coro unanime dei professionisti, affinché la legge sul differimento dei termini per adempimenti tributari in capo al professionista malato, o infortunato (definita «rivoluzione copernicana», ma anche «miracolo») tuteli anche gli obblighi contributivi, quelli connessi all’attività degli avvocati e degli esponenti dell’area tecnica. E appello a portare avanti il testo per irrobustire la disciplina dell’equo compenso, che ha staccato il traguardo della Camera ad ottobre. È quanto emerso dal convegno di ieri di FdI, partito che ha condotto in porto, nella Legge di Bilancio, il varo del provvedimento che ha introdotto nell’ordinamento il «diritto alla salute» per i lavoratori autonomi, a prima firma del senatore Andrea de Bertoldi, che ha incassato il plauso dei vertici di Ordini, Casse di previdenza e sindacati per la «tenacia» con cui ha seguito l’iniziativa. E per la rassicurazione sulla volontà di oltrepassare i confini, allargando la protezione ad altri tipi di obblighi, con emendamenti ai prossimi decreti al vaglio del Parlamento (si veda ItaliaOggi del 15 gennaio 2022). Tutti, ha spiegato il presidente degli ingegneri Armando Zambrano «abbiamo problemi con la Pubblica amministrazioni, penso ai consulenti tecnici d’ufficio, o ai tecnici che devono redigere bozze di contratti e che possono ammalarsi», per l’esponente di Confprofessioni Paola Fiorillo «va fatto un ulteriore sforzo, riconoscendo il legittimo impedimento per l’avvocato che nel giorno dell’udienza è impossibilitato per ragioni di salute a presenziare». Pronti a dare il proprio contributo per far progredire la legge, poi, la numero uno dei notati Valentina Rubertelli, il presidente dell’Anc (commercialisti) Marco Cuchel, da anni promotore della norma, quelli dei giovani dottori commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati Matteo De Lise, Fabrizio Bontempo e Francesco. P. Perchinunno, insieme alla guida dell’Adepp (Enti di previdenza) Alberto Oliveti.

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