Ieri sera il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato in una conferenza stampa, i punti salienti del Decreto Rilancio da 55 miliardi di euro. Ecco nel dettaglio le misure per imprese e professionisti.
Nell’esaustivo articolo di Francesco Bruno sul portale Innovation Post (www.innovationpost.it) vengono evidenziate le parti salienti del decreto relative alle imprese ed ai professionisti. In particolare il taglio generalizzato dell’Irap (l’imposta regionale sulle attività produttive) per le imprese e i lavoratori con un volume di ricavi o di corrispettivi fino a 250 milioni di euro, escluse banche, società finanziarie, assicurazioni ed enti pubblici. Nel dettaglio, non saranno dovuti i versamenti del saldo 2019 e dell’acconto (pari al 40%) del 2020.
Previsti contributi a fondo perduto per imprese, artigiani, commercianti e professionisti con ricavi fino a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente a quello in corso. Ne sono esclusi i soggetti la cui attività risulti cessata alla data del 31 marzo 2020. Per poter ricevere il contributo, bisognerà aver registrato ad aprile 2020 un calo del fatturato di almeno il 33% rispetto ad aprile 2019 (a meno che l’attività non risulti essere iniziata a partire dal primo gennaio 2019). L’importo dell’indennizzo (che sarà di minimo 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per le imprese) è determinato applicando una percentuale sulle perdite di fatturato tra aprile 2020 e aprile 2019:
- 20% della differenza di fatturato per chi ha ricavi fino a 400.000 euro
- 15% per chi ha ricavi sopra a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro
- 10% per chi ha ricavi sopra a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro
Per le società più grandi (quelle con ricavi sopra a 5 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro) il decreto prevede un sistema apposito di “rafforzamento patrimoniale”. Le misure si applicheranno solo per chi, nei mesi di marzo e aprile 2020, ha subito un calo di fatturato di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e valgono in occasione di aumenti di capitale effettuati entro il 31 dicembre 2020 (che, per ricevere i finanziamenti dello Stato di cui qui di seguito, dovranno essere di almeno 250.000 euro per società con ricavi di almeno 10 milioni di euro).
La misura prevede innanzitutto una detrazione d’imposta sull’Irpef o sull’Ires (a seconda del soggetto) pari al 20% del “conferimento in denaro effettuato nel capitale sociale di una o più società” mediante l’aumento del capitale sociale. L’importo massimo su cui calcolare la percentuale sarebbe 2 milioni di euro. Inoltre, alle società oggetto di aumento di capitale, sarebbe riconosciuto un “credito d’imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto” (secondo il bilancio di esercizio 2020), fino a raggiungere al massimo il 30% dell’aumento di capitale stesso.
Nel Decreto Rilancio prevista l’istituzione di un “Fondo Patrimonio PMI” per il “sostegno e rilancio del sistema economico-produttivo italiano”. L’obiettivo del fondo sarebbe quello di “sottoscrivere entro il 31 dicembre 2020 strumenti finanziari emessi dalle società che eseguono l’aumento di capitale”. Come si è detto, queste società devono avere un volumi di ricavi tra 10 e 50 milioni di euro, oltre ad eseguire un aumento di capitale di ammontare compreso tra 250.000 euro e il “minore importo tra l’ammontare dell’aumento di capitale e 3 milioni di euro”.
E ancora, per le s.p.a. con sede in Italia di maggiori dimensioni (fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro) non appartenenti ai settori bancario, assicurativo e finanziario, si prevede l’istituzione di un “Patrimonio Rilancio” da 50 miliardi presso Cassa Depositi e Prestiti (la cui durata è al momento fissata a 12 anni) che potrà intervenire temporaneamente nel capitale delle società colpite dalla crisi connessa all’emergenza Covid-19, per esempio attraverso prestiti convertibili o aumenti di capitale.
Sul tema fiscale, per imprese, autonomi, professionisti con ricavi fino a 5 milioni di euro (limite che non si applica alle strutture alberghiere), si prevede un credito d’imposta del 60% “del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo”. Il credito al 60% si applica anche agli enti del terzo settore e religiosi. Nel caso di servizi a prestazioni complesse e di affitto d’azienda, il credito d’imposta scende al 30% del canone. Per calcolarne l’ammontare, si dovrà considerare i canoni dei mesi di aprile, maggio e giugno 2020, mentre per “i soggetti locatari esercenti attività economica” il presupposto per beneficiare del credito è di aver subito “una diminuzione di fatturato”, in ciascuno dei mesi per cui si vuole fruire del beneficio, “di almeno il 50% rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente”. Si prevede poi che il credito possa essere ceduto al locatore e al concedente (ottenendo così uno sconto sul canone pari all’importo del credito), oppure “ad altri soggetti” come istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Con uno stanziamento di 600 milioni di euro, si riducono inoltre le spese per le bollette elettriche su utenze “diverse dagli usi domestici” dei mesi di maggio, giugno e luglio 2020. In particolare, si interviene sulle voci “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali di sistema”, in modo che:
Riguardo alle misure per lavoratori dipendenti, autonomi e professionisti nel cosiddetto “pacchetto lavoro” del Decreto Rilancio vengono rinnovate e potenziate alcune misure già introdotte dai precedenti decreti.
Innanzitutto, chi ha almeno un figlio minore di 14 anni avrà diritto a svolgere la prestazione di lavoro in smart working anche in assenza degli accordi individuali fino alla cessazione dello stato di emergenza, a condizione che entrambi i genitori lavorino e che nel nucleo familiare non vi sia “un genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa”. Il lavoro agile dovrà essere “compatibile con le caratteristiche della prestazione”. Per i datori di lavoro del settore privato è previsto l’obbligo di comunicare al Ministero del Lavoro i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità smart working.
La Cassa Integrazione (per cui tra l’altro si istituisce un fondo di garanzia per l’anticipazione del trattamento concessa dagli istituti bancari) viene estesa di altre nove settimane, ma attraverso un meccanismo che spezza in due tranche (5+4) il totale di settimane di Cig che possono essere richieste dal datore di lavoro. In particolare, oltre alle 9 già concesse, fino al 31 agosto 2020 si potranno richiedere ulteriori 5 settimane di Cassa Integrazione, mentre dal primo settembre al 31 ottobre si potranno richiedere altre 4 settimane. Per velocizzare il pagamento diretto degli ammortizzatori sociali da parte dell’Inps, viene introdotto un sistema che permetterà di ricevere il trattamento entro un mese e mezzo dalla richiesta del datore di lavoro.
Il congedo parentale (con indennità pari al 50% della retribuzione) potrà essere utilizzato per altri 15 giorni (quindi 30 giorni in totale) per chi ha figli di età fino a 12 anni, nel periodo compreso tra il 5 marzo 2020 e il 31 luglio 2020. Vengono aggiunte altre 12 giornate ai permessi retribuiti per chi ha figli portatori di handicap, da usufruire nel periodo di maggio e giugno 2020.
Il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo viene esteso a 5 mesi (quindi altri tre mesi rispetto ai 60 giorni previsti dal Cura Italia). Inoltre, il datore di lavoro può revocare il licenziamento avvenuto dal 23 febbraio al 17 marzo, facendo contestualmente richiesta per il trattamento di Cassa Integrazione in Deroga a partire dalla data del licenziamento stesso. Sarà così ripristinato il rapporto di lavoro, senza oneri né sanzioni. Inoltre, il divieto di licenziamento e il diritto alla conservazione del posto di lavoro verrebbe applicato indistintamente a chi ha figli fino a 16 anni (e non più, come disposto dal Cura Italia, per figli tra i 12 e i 16 anni).
Nel Decreto Rilancio si rinnova per il mese di aprile il bonus per autonomi, professionisti e Partite Iva da 600 euro, i cui beneficiari sono:
- Autonomi, professionisti e Partite Iva
- Autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago
- Stagionali del turismo e degli stabilimenti termali
- Lavoratori in somministrazione nel turismo e negli stabilimenti termali che abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro dall’1 gennaio 2019 al 17 marzo 2020 (senza altro rapporto di lavoro dipendente e senza essere beneficiari della Naspi)
- Lavoratori del settore agricolo (in questo caso il bonus di aprile scende a 500 euro).
- Anche chi beneficia del Reddito di Cittadinanza può ricevere il bonus fino al raggiungimento (nel cumulo) dell’ammontare dello stesso, mentre lo può ricevere anche chi percepisce l’assegno ordinario di invalidità
Per il mese di maggio 2020, invece, è previsto un ulteriore bonus da 1.000 euro per i liberi professionisti titolari di Partita Iva (iscritti alla Gestione Separata dell’Inps) nel caso in cui abbiano subito una riduzione “comprovata” del reddito di almeno il 33% nei mesi di marzo e aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, e per i Co.Co.Co che abbiano cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto. Il possesso dei requisiti dovrà essere autocertificato all’Inps e l’Agenzia delle Entrate farà le relative verifiche.
Questo bonus “aumentato” per il mese di maggio si estende anche agli stagionali e ai lavoratori in somministrazione del turismo e degli stabilimenti termali che hanno perso il lavoro dall’1 gennaio 2019 al 17 marzo 2020 e ai lavoratori in somministrazione nel turismo e negli stabilimenti termali che abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro dall’1 gennaio 2019 al 17 marzo 2020 (senza altro rapporto di lavoro dipendente e senza essere beneficiari della Naspi).
- lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 e che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno 30 giornate nel medesimo periodo;
- lavoratori intermittenti che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno 30 giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020;
- lavoratori autonomi, privi di Partita Iva, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 siano stati titolari di contratti autonomi occasionali riconducibili alle disposizioni di cui all’articolo 2222 del codice civile e che non abbiano un contratto in essere alla data del 23 febbraio 2020. Gli stessi, per tali contratti, devono essere già iscritti alla data del 23 febbraio 2020 alla Gestione separata dell’Inps, con accredito nello stesso arco temporale di almeno un contributo mensile;
- incaricati alle vendite a domicilio di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 31 marzo
Il bonus da 600 euro di marzo potrà essere richiesto fino a 15 giorni dopo l’entrata in vigore del Decreto Rilancio.
La dotazione del “Fondo per il reddito di ultima istanza”, utilizzato per garantire il bonus da 600 euro ai lavoratori iscritti alle Casse private, passa da 300 milioni a 1,15 miliardi. Le risorse serviranno a riconoscere “anche per i mesi di aprile e maggio 2020” il bonus da 600 euro riconosciuto per il mese di marzo 2020.
È infine previsto un contributo a fondo perduto volto a sostenere la liquidità di imprese e autonomi finanziati dall’agevolazione “Resto al Sud”, che agevola la nascita di nuove attività imprenditoriali nel Mezzogiorno. L’importo del contributo (erogabile solo dopo il completamento dei programmi di spesa già agevolati) è di:
- 15.000 euro per le attività di lavoro autonomo e libero-professionali esercitate in forma individuale
- 10.000 euro per ciascun socio dell’impresa, fino ad un importo massimo di 40.000 euro. https://www.innovationpost.it/2020/05/13/approvato-il-decreto-rilancio-ecco-le-principali-misure-per-imprese-famiglie-e-lavoratori/