L’Ue cerca di rimediare al possibile strappo con l’Italia sui fondi del Mes e i coronabond e nel corso di una telefonata con il premier Giuseppe Conte la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato il lancio di Sure, (acronimo di Support to mitigate unemployment risks in emergency) e l’idea di una cassa integrazione europea dotata di 100 miliardi.
“Abbiamo sviluppato l’idea di una cassa integrazione europea. Vogliamo aiutare l’Italia, la Spagna e tutti gli altri paesi colpiti duramente. E lo faremo grazie alla solidarietà degli altri Stati dell’Unione, ha sottolineato la presidente della commissione Ue in un video pubblicato su Twitter. “Noi europei viviamo la più grande tragedia dai tempi delle guerre mondiali. Ci piange il cuore per la morte di migliaia di persone uccise dal Coronavirus. I paesi più colpiti sono Italia e Spagna e l’Europa piange con loro. La nostra vita è cambiata drasticamente. Milioni di persone non possono andare al lavoro, ma devono comunque fare la spesa e pagare le bollette. Le aziende continuano a pagare gli stipendi ai dipendenti, anche se al momento non stanno guadagnando. Ora l’Europa interviene in loro aiuto, con una nuova iniziativa. Si chiama ‘Sure’”. Il sistema, in sostanza, si basa sull’idea che lavorare meno è uguale a lavorare tutti. Nel senso che con un sussidio pubblico per la riduzione dell’orario di lavoro si ammortizzano gli effetti della crisi in termini di perdita dei posti di lavoro. “Abbiamo imparato la lezione della crisi finanziaria del 2008”, ha detto von der Leyen.
“Nei paesi con sistemi di sostegno all’impiego, milioni di persone hanno conservato il lavoro e le aziende sono sopravvissute alla crisi preservando i loro dipendenti. E questa è la logo logica di ‘Sure’: un sussidio pubblico per ridurre gli orari di lavoro. E’ un sistema che ha smorzato gli effetti della recessione, salvato posti di lavoro e consentito alle aziende di tornare sul mercato con nuova forza. L’idea e’ semplice. Se non ci sono ordinativi e le aziende non hanno lavoro per colpa di uno shock esterno come il coronavirus, possono evitare di licenziare i loro dipendenti. Nessuno perde il posto anche se c’è meno lavoro. Nel tempo libero i dipendenti possono seguire corsi di formazione che beneficiano sia l’azienda sia i lavoratori stessi. In questo modo, si riducono gli effetti della crisi sulle tasche dei lavoratori. Possono continuare a pagare l’affitto e a comprare ciò di cui hanno bisogno con un impatto positivo.” per tutta l’economia.