Nel caso debba prendere la residenza in un Paese della Unione Europea in quanto ho un incarico duraturo, posso mantenere i requisiti per continuare a lavorare anche in Italia mantenendo quindi la partita IVA: ES intermediario con agenzia entrate – registro imprese – perito ed altre convenzioni?
Risposta(09/05/2018)
In generale un cittadino italiano residente in un paese terzo che intenda esercitare in Italia un attività economica o una professione, può richiedere l’apertura di una partita iva indicando nel relativo modello il domicilio fiscale del luogo in cui intende esercitare.
La circostanza che il cittadino italiano abbia eletto residenza in un paese terzo è, dal punto di vista considerato, irrilevante: lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 369/E, nella quale è stato anzitutto sottolineato che le prestazioni di servizi concernenti attività professionali e più in generale attività economiche “si considerano effettuate nel territorio dello Stato quando sono rese da soggetti che hanno il domicilio nel territorio stesso o da soggetti ivi residenti che non abbiano stabilito il domicilio all’estero, nonché quando sono rese da stabili organizzazioni in Italia di soggetti domiciliati e residenti all’estero; non si considerano effettuate nel territorio dello Stato quando sono rese da stabili organizzazioni all’estero di soggetti domiciliati o residenti in Italia (art. 7, comma 3, dpr 633/1972)”.
Sotto altro profilo l’Agenzia ha ribadito la distinzione tra domicilio e residenza. Il primo è il centro giuridico dei propri affari e prescinde dalla presenza effettiva in una determinata zona. La residenza è invece il luogo ove una persona ha la sua dimora abituale ed è contraddistinta dalla stabile permanenza in un posto e dalla volontà di rimanervi.
Avv. Giovanni Cinque
INRL – Servizio quesiti